Rifiuti, studio Conai-Luiss: concorrenza non fa rima con ambiente

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La concorrenza nella gestione dei rifiuti di imballaggio non sempre fa rima con tutela dell’ambiente. Anzi, nell’attuale organizzazione della gestione dei rifiuti di imballaggio vi sono casi in cui “i meccanismi concorrenziali non riescono a garantire un adeguato livello di tutela ambientale, giustificando l’adozione di misure limitative della concorrenza”. Il quadro emerge dalla ricerca “La gestione dei rifiuti di imballaggio in Italia: profili e criticità concorrenziali” promossa dal Consorzio Nazionale Imballaggi (Conai) e realizzata dall’Università Luiss-Guido Carli. Lo studio è stato presentato questa mattina, nella Sala delle Colonne della Luiss a Roma, alla presenza di Giovanni Pitruzzella, Presidente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, Raffaele Bifulco, Vice Capo Gabinetto Ministero dell’Ambiente e Claudio Andrea Gemme, Presidente Gruppo Tecnico Industria e Ambiente di Confindustria. La ricerca, che si è soffermata ad analizzare i principali profili e criticità concorrenziali, evidenzia che il modello italiano, “basato sulla centralità del sistema consortile in funzione sussidiaria rispetto agli altri operatori” appare “giustificabile al fine di garantire la prestazione universale del servizio, che assicura la gestione dei rifiuti di imballaggio su tutto il territorio nazionale e per tutti i tipi di rifiuti di imballaggio”. I requisiti di legge per la nascita dei sistemi autonomi e il raccordo tra Conai e la Pubblica Amministrazione, fanno sì, sottolinea la ricerca di Conai e Luiss, che “non si creino problemi di cherry picking”, lasciando scoperte le aree geografiche o le frazioni merceologiche che non generano ritorni economici. La ricerca evidenzia inoltre che al fine di poter utilizzare al meglio la “leva concorrenziale” per soddisfare gli obiettivi ambientali, “possa essere attuato un miglior collegamento tra il livello contributivo ambientale e i costi dell’impatto ambientale delle fasi di fine vita e nuova vita degli imballaggi”. “Abbiamo commissionato all’ateneo Luiss una ricerca sui profili e criticità concorrenziali nella gestione dei rifiuti di imballaggio per aggiungere un contributo di valore al dibattito su questo tema” spiega Roberto De Santis, presidente di Conai. “Noi riteniamo che, qualora si intenda procedere ad interventi di evoluzione della normativa, ciò debba avvenire in maniera organica, evitando interventi legislativi parziali che potrebbero mettere a repentaglio gli importanti risultati di riciclo conseguiti” indica De Santis. Per il presidente di Conai, inoltre, “occorre che tutti i soggetti coinvolti si facciano carico degli oneri ambientali connessi alla loro attività e siano chiamati ad obblighi di compliance e di trasparenza”. “L’introduzione di ulteriori misure di concorrenza, all’interno di un mercato come quello della gestione dei rifiuti di imballaggio, deve necessariamente tenere conto di alcune peculiarità tipiche del contesto, come l’interesse pubblico delle Amministrazioni a non lasciare frazioni di rifiuti non raccolte per strada” commenta Michele Grillo, Professore Ordinario di Economia Politica presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e già componente del Collegio dell’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato. “Per questo, una eventuale riforma del mercato -osserva l’economista- dovrà assicurare il fine ultimo ambientale e il raggiungimento degli obiettivi di legge, garantendo allo stesso tempo la trasparenza dei flussi gestiti e adeguati meccanismi di controllo”.

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