In alcune immagini le prove fotografiche dell’evoluzione subita dalla vegetazione nell’area nella quale sorgeva l’Hotel Rigopiano di Farindola (Pescara), come testimonianza di valanghe avvenute in epoca recente, prima del disastro del 18 gennaio scorso. La documentazione è stata allegata all’esposto inviato dal Forum abruzzese H2o, questa mattina tramite posta elettronica, alla Procura di Pescara. In uno scatto del 1945 l’area sul versante sinistro del canalone sovrastante Rigopiano presenta una grande area in larga parte denudata con pochi arbusti, visibilmente diversa rispetto all’altro versante in cui permane un fitto bosco. Nell’immagine del 1954 si nota nella stessa fascia una maggiore apertura nelle aree centrali, con quello che appare un conoide di recente formazione alla foce del canalone, a poca distanza dalle strutture esistenti. Negli scatti successivi, risalenti al 1975 e al 1985, questa area presenta una copertura boschiva progressivamente piu’ fitta. Secondo il Forum H2o, potrebbe trattarsi della “naturale evoluzione della vegetazione dopo un evento gravitativo“. Una tesi compatibile, come citato nell’esposto, con quella sostenuta da geologo Gian Gabriele Ori, dell’Universita’ D’Annunzio di Chieti Pescara, secondo la quale nella zona in cui e’ sorto l’Hotel Rigopiano si sarebbe verificata una valanga nel 1936.
Prosegue dunque l’inchiesta aperta contro ignoti dalla Procura di Pescara, per disastro colposo e omicidio plurimo colposo, in merito al disastro dell’Hotel Rigopiano di Farindola, travolto da una valanga il 18 gennaio scorso, con 29 morti e 11 sopravvissuti. Gli inquirenti, coordinati dal procuratore aggiunto Cristina Tedeschini e dal pm Andrea Papalia, stanno continuando ad ascoltare persone informate dei fatti e ad acquisire materiale documentale. Piu’ i risultati delle autopsie.
La giunta regionale abruzzese nel 2014 approvo’ poi il Catasto delle Valanghe, con una delibera che contestualmente dava mandato al Servizio Prevenzione dei Rischi di porre in essere le necessarie attivita’ finalizzate alla “realizzazione e successiva divulgazione della carta di localizzazione dei pericoli da valanga”. Anche in questo caso, pero’ – come rimarca il Forum H2o – la delibera rimase inosservata. La documentazione inviata in Procura, infine, segnala una serie di presunte incongruenze procedurali relative alla variante urbanistica e al permesso di costruzione rilasciato dal Comune di Farindola, in merito alla richiesta di ampliamento e costruzione di un centro benessere all’interno del perimetro dell’hotel. Il Forum H2o, in particolare, pone una serie di dubbi sulla compatibilita’ tra quanto emerge dalle mappe geomorfologiche della Regione Abruzzo del 1991 e del 2007, dalle quali “si evince in maniera inequivocabile l’esistenza di conoidi di deiezione alla foce del canalone, con accumuli di detriti di vari metri di spessore su cui e’ stato costruito l’Hotel Rigopiano”, e le risultanze della Relazione geologica che dovrebbe avere accompagnato le autorizzazioni, sulla base di quanto prescritto dal decreto dell’11 marzo 1988, “per le aree dichiarate sismiche o soggette a vincoli particolari”.
Sul fronte inchiesta, il procuratore aggiunto Tedeschini incontra nuovamente la stampa a Pescara alle 15 di domani. Tre i filoni principali dell’indagine: l’isolamento dell’ hotel, con le strade bloccate dalla neve e i ritardi nell’invio dei soccorsi; la vicenda riguardante l’iter per la realizzazione e l’ampliamento della struttura, che comprende gli interrogativi relativi alla sicurezza della zona in cui e’ stato edificato l’albergo; l’allerta valanghe ignorata, nonostante fin dal giorno prima del disastro Meteomont avesse innalzato il livello di rischio a quota 4, in una scala da 0 a 5.