“Avrei voluto proteggervi anche quella maledetta sera, Dio solo sa quanto lo avrei voluto, avrei scavato da solo a mani nude fra la neve pur di trovarvi e salvarvi, ma non ho potuto“. Lo ha detto Alessandro Di Michelangelo, poliziotto presso la Questura di Chieti, durante i funerali del fratello Domenico, il poliziotto in servizio a Osimo (Ancona) morto con la moglie Marina Serraiocco sotto le macerie dell’albergo Rigopiano. ”Desidero leggere a tutti alcuni pensieri che ho scritto di getto durante quelle interminabili e drammatiche notti di attesa, parole scritte di mio pugno per far conoscere a chi non lo avesse fatto prima d’ora chi erano Dino e Marina“, ha aggiunto Alessandro. “A Marina volevo dire una cosa: le ho sempre voluto bene, come un fratello maggiore e come un cognato. E dirle solo una parola: grazie per essere stata accanto al mio amato fratello per tutta la vita come una sposa fedele e premurosa. A mio fratello dico solo una cosa: anche se lontani non ti ho mai abbandonato, ti ho sempre seguito, protetto, consigliato e soprattutto portato per mano come quando da piccoli andavamo insieme da casa in via d’Aragona al Sacro Cuore, il nostro quartiere. Avrei voluto proteggervi anche quella maledetta sera“.
E ancora rivolto al fratello: “Sei stato l’ultimo ad essere estratto da quella gabbia maledetta, come se avessi voluto dire al mondo: pensate prima a salvare e a tirare fuori gli altri, poi penserete e me e cosi’ e’ stato”. ”Grazie a tutti coloro che ci sono stati vicini, da quella maledetta sera fino ad oggi. Ma un grazie particolare e immenso va all’altra mia famiglia, la famiglia della Polizia di Stato – ha concluso Alessandro Di Michelangelo – che non ci ha mai abbandonato, ai miei colleghi, ai colleghi di Dino e a tutti coloro che si sono stretti accanto a noi facendo scudo contro ogni paura e angoscia, adottando con affetto e amore anche la famiglia di Marina, per non farli sentire mai soli e abbandonati”.