Rigopiano, l’esperto: “manca una direttiva nazionale valanghe”

MeteoWeb

“Dal 2004 esiste una direttiva nazionale per la valutazione e la gestione del rischio idrogeologico mentre per le valanghe c’e’ solo un documento, prodotto da un gruppo di lavoro e pronto da quasi tre anni, che per ignote ragioni non e’ mai stato approvato“. A dirlo e’ Valerio Segor, dirigente dell’Assetto idrogeologico dei bacini montani della Regione Valle d’Aosta, considerato uno dei massimi esperti di valanghe. Per quanto riguarda Farindola: “Non e’ normale costruire un resort di montagna allo sbocco in conoide di un canalone, anche se ci vorrebbe uno studio per valutare se quell’area e’ potenzialmente pericolosa. Buona parte delle regioni hanno le carte di pericolosita'”.

“Nel caso si tratti di una zona a rischio – prosegue – si puo’ ricorrere a varie misure, per esempio la realizzazione di paravalanghe oppure il rinforzo delle strutture civili, ma anche a interventi piu’ semplici come l’evacuazione delle persone. Nel caso dell’Hotel Rigopiano i problemi sono stati legati alla gestione dell’emergenza”. Secondo Segor, “si sapeva che era in arrivo una perturbazione importante, c’era un forte pericolo di valanghe anche se la Regione Abruzzo, pur essendo un territorio con fenomeni valanghivi importanti, non fa in modo ufficiale la valutazione del rischio”.

“Bisogna poi considerare – prosegue – che le valanghe hanno una grande forza d’urto, superiore alle 3 tonnellate, mentre un muro in laterizio puo’ resistere fino a 300 chili. Cosi’ si spiega la violenza dell’evento, arrivato a distruggere l’intero resort”.”E’ molto improbabile che a provocare il fenomeno valanghivo sia stato il terremoto. A differenza delle frane, le valanghe hanno infatti un innesco immediato e le scosse sono avvenute prima della caduta della massa nevosa”.

Condividi