Gli storici potrebbero analizzare documenti in modo più rapido e preciso, riuscendo così a cogliere ‘mentalità’ e tendenze che in genere, per trovare una spiegazione, hanno bisogno di molto più tempo. Sono le caratteristiche di un programma di Intelligenza Artificiale (AI) che per la prima volta è riuscito a leggere 35 milioni di articoli pubblicati sui quotidiani britannici tra il 1800 e il 1950. A riuscirci, con l’aiuto di storici e della British Library, è stato il gruppo dell’università britannica di Bristol, guidato dall’italiano Nello Cristianini. ”L’obiettivo – spiega all’ANSA Cristianini – era dimostrare che Artificial Intelligence e Big Data possono giocare un ruolo importante nello studio della storia e della società”.
I ricercatori sono riusciti ad individuare eventi noti del passato come epidemie, guerre, incoronazioni e conclavi. Ma non solo: sono riusciti a cogliere anche le più sottili variazioni di diversi fenomeni, come il peso e la partecipazione di uomini e donne nei decenni, la diffusione delle nuove tecnologie e le idee politiche. Il movimento delle Suffragette, ad esempio, ha occupato un periodo ben definito, tra il 1906 e 1918; mentre attori, cantanti e ballerini sono diventati sempre più numerosi alla fine del 1890. Circa il pregiudizio sui sessi, ”abbiamo visto che se nell’epoca vittoriana gli uomini erano menzionati il 70% delle volte e le donne il 30%, le cose hanno iniziato lentamente a cambiare dopo la Prima Guerra Mondiale – spiega Cristianini -. Durante le Guerre c’e’ stata un po’ piu’ di parita’ tra i sessi, per poi calare di nuovo e rimanere cosi’ anche oggi”, con circa il doppio delle citazioni per gli uomini rispetto alle donne.
‘‘Per verificare che il metodo funzionasse, prima ci siamo concentrati su domande di cui conoscevamo la risposta. E poi, per dimostrare che fosse utile, su domande di cui non conoscevamo la risposta”, osserva il ricercatore italiano. L’analisi, pubblicata sulla rivista dell’Accademia delle Scienze degli Stati Uniti, Pnas, non si e’ limitata solo al conteggio delle parole, ben 28,6 miliardi, ma si e’ basata sulle parole per identificare persone, sesso, luoghi e posizione geografica, utilizzando una tecnologia detta ‘Machine learning’. ”L’Intelligenza artificiale ha aperto una nuova strada nell’analisi storica che sara’ di aiuto per gli storici. Noi stiamo gia’ lavorando con questi dati per analizzare il crimine nel passato e le migrazioni”, conclude Cristianini.