Roma: la Domus Aurea si mostra come ai tempi di Nerone

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La Domus Aurea come neppure Nerone l’aveva mai vista. E’ possibile grazie “a una nuova tecnologia immersiva che consente di vedere alcuni ambienti, soprattutto la Sala dalla volta dorata, come erano ai tempi di Nerone“, spiega il soprintendente al Colosseo e all’Area archeologica centrale di Roma, Francesco Prosperetti. E grazie alla realtà virtuale, le ninfe e le divinità dell’Olimpo che decorano la volta della sala a dodici metri di altezza, saranno visibili nei dettagli, come nemmeno l’imperatore romano poteva vederli. La nuova tecnologia, fruibile attraverso venticinque postazioni hi-tech dotate di avanzatissimi visori stereoscopici, accompagnata da un video racconto all’ingresso del monumento, sarà disponibile al pubblico a partire dal 4 febbraio ogni sabato e domenica su prenotazione a gruppi di 25 persone per volta. Un percorso multimediale che rivoluzionerà la percezione del monumento. Il progetto è stato coordinato dall’architetto Stefano Borghini e curato dallo stesso Borghini con l’archeologo Alessandro D’Alessio, responsabile scientifico della soprintendenza. La realizzazione è della Katatexilux, un’azienda con sede ad Amelia composta da una decina di giovani tecnici, che ha realizzato anche il videomapping a Santa Maria Antiqua nel Foro Romano. L’effetto è quello di un salto nel tempo a 360 gradi che riporta il visitatore nella sala com’era ai tempi di Nerone e, con uno straordinario effetto emozionale, squarcia il muro di terra che chiude l’accesso all’ambiente, inondandolo di luce e riportando davanti agli occhi del visitatore, il colonnato e il grande giardino affacciato sulla Roma del I secolo dopo Cristo. Uno spettacolo mozzafiato che fa ‘rivivere’ marmi, affreschi, stucchi e dorature volute da Nerone e dai suoi architetti che seppero sapientemente dosare la luce, mirando a cancellare quello che Traiano aveva fatto: la damnatio memorie neroniana e il sotterramento del palazzo voluto dal suo predecessore, per costruirvi sopra le sue terme. “Traiano volle seppellire la Domus Aurea utilizzandola come fondamenta per le sue terme. Noi la stiamo recuperando con il suo straordinario apparato decorativo – spiega Prosperetti – investendo su un progetto avanzatissimo in corso da due anni e che ne richiederà ancora tre per risolvere il problema dell’infiltrazione dell’acqua“. Un progetto che, spiega D’Alessio, “verte sulla messa in sicurezza del monumento agendo sia all’interno, sia sul parco del Colle Oppio, circa sedicimila metri quadrati ricoperti attualmente da grandi alberi le cui radici portano umidità e acqua nella struttura della Domus Aurea, che saranno sostituiti da un giardino sostenibile più leggero e interamente impermeabilizzato“. Grazie all’intervento sul giardino, si potrà realizzare quello che Prosperetti definisce “il primo restauro durevole” sugli affreschi e le strutture della Domus, dove era “già stato fatto un intervento in vista del Giubileo del 2000, ma che è stato vanificato proprio dalle infiltrazioni d’acqua provenienti dal parco soprastante“. Per questi interventi “possiamo contare sui 13 milioni di euro stanziati dal Mibact, cui si aggiungono i fondi del Cipe (circa 4,5 milioni, ndr) e quelli della soprintendenza“, ha detto Prosperetti. D’Alessio ha aggiunto infatti che con questi fondi “si potrà realizzare circa la metà dei lotti, 10 su 22, per la realizzazione del giardino e l’impermeabilizzazione. Entro il 2020 si potrebbe completare tecnicamente l’intera opera, ma servono altri 15 milioni di euro“.

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