Salute: Ferrara prima “città della prevenzione” al mondo

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Su dodicimila cittadini, dipendenti dell’università, dell’azienda ospedaliera di Cento, visitatori delle mostre d’arte, ben il 7% è risultato ad alto rischio cardiovascolare. Persone che ignoravano di essere malate: lo hanno scoperto compilando la carta del rischio sui posti di lavoro e negli itinerari artistici: sono state prese immediatamente in carico dalla Cardiologia ed ora saranno trattate. E un altro 22% si è accorto di essere al limite dell’insorgenza di patologie e quindi è stato invitato ad eseguire controlli periodici. In totale, il 30% dei cittadini ha tratto beneficio da questa iniziativa. E’ questo uno dei risultati più eclatanti dell’avvio del progetto “Ferrara città della prevenzione”. Che ora sarà esteso a tutte le categorie lavorative, alle scuole, agli anziani, all’intera comunità. E non solo a tutela del cuore: si sta già lavorando per creare un vero passaporto del benessere con carte del rischio per le malattie metaboliche, reumatologiche, oncologiche, pneumologiche. Dopo quattro mesi dalla presentazione ufficiale della campagna al congresso della Società Europea di Cardiologia, il progetto è già pienamente attivo – come hanno spiegato oggi in una conferenza stampa nella città estense, il prof. Roberto Ferrari, Direttore della Cardiologia e il Rettore Giorgio Zauli, con Francesco Cognetti, Presidente della Fondazione “Insieme contro il cancro”.

“Stiamo cablando tutte le scuole, abbiamo attivato una ‘casa’ per la prevenzione con una cucina dove gli chef tengono corsi per ricette funzionali al benessere e con postazioni per calcolare la carta del rischio, proprio davanti al palazzo dei Diamanti, nel cuore della città. E in più – primo caso al mondo – si è deciso di creare un centro di Ateneo per la prevenzione della salute sociale, medica e ambientale e si è varata la prima facoltà in Italia di Medicina, Farmacia, Prevenzione. “La prevenzione – sottolinea il Magnifico Rettore – sarà la griffe della nostra Università per i prossimi dieci anni. E non vi partecipa solo Medicina: fa prevenzione Chimica quando progetta i sensori per la purezza dell’ambiente o rende la plastica immune, la fa Fisica quando inventa fibre per energie pulite per il fotovoltaico, Architettura quando progetta una città finalizzata al benessere”.

“Siamo partiti dalla carta del rischio cardiovascolare perché prevista nelle linee guida internazionali – sottolinea Ferrari -. Ormai è dimostrato che individui che hanno geneticamente bassi valori di pressione arteriosa e basso colesterolo non sviluppano malattie cardiovascolari. Se riuscissimo ad abbassare la pressione arteriosa di 10 mm di mercurio e il colesterolo di 1mmol potremmo evitare il 90% delle patologie a carico del cuore. Ma tutto questo va fatto in giovane età perché queste malattie hanno una lunga incubazione: da qui l’importanza del nostro progetto che punta a prevenzione e individuazione precoce di problemi per garantire ai cittadini un lungo benessere”. Ferrara, con 133mila abitanti, presenta un territorio ideale per passare dalle parole ai fatti e per dare respiro a questa iniziativa ambiziosa, unica a livello internazionale.

“Un gran bel progetto – aggiunge il prof. Francesco Cognetti – anche per la prevenzione oncologica. Ben il 40% delle neoplasie si può evitare adottando corretti stili di vita: non fumare, seguire la dieta mediterranea, combattere la sedentarietà e l’eccessivo consumo di alcol, sottoporsi alle vaccinazioni. Per questo la fondazione Insieme contro il cancro è partner della campagna. Da tempo abbiamo sposato il concetto della medicina dei sani. Il fumo di sigaretta è il fattore di rischio più noto per l’insorgenza delle neoplasie e delle patologie cardiovascolari, ma anche la sedentarietà. Il 40% degli italiani infatti non pratica attività fisica e solo il 20% dei cittadini segue la dieta mediterranea che è quella universalmente considerata la più salutare. E ben il 20% degli under 19 è un consumatore abituale di alcol. Il progetto Ferrara Città della Prevenzione è un interessante esperimento che speriamo presto sia esportato in altre zone del nostro Paese”.

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