Si chiama ‘Eye Movement Desensitization and Reprocessing‘ (Emdr) e dal 2013 e’ riconosciuta dall’Organizzazione mondiale della Sanita’ quale metodo elettivo nella risoluzione dei disturbi post traumatici da stress. Si tratta della ‘tecnica del movimento degli occhi’ che debella i traumi e le paure, e ad oggi e’ stata gia’ utilizzata con successo prima su numerosi veterani del Vietnam e poi su vari sopravvissuti ad attentati o terremoti. E’ la terapia suggerita dagli esperti anche per il supporto dei sopravvissuti alla tragedia dell‘Hotel Rigopiano. La tecnica di psicoterapia Emdr e’ un metodo innovativo e recente che offre un aiuto alle psicoterapie convenzionali.
In sostanza, il terapeuta attraverso alcuni movimenti delle dita, induce la persona a muovere gli occhi in un determinato modo che la aiuta a rielaborare situazioni traumatiche. La tecnica consiste dunque in una serie di stimoli oculari al paziente mentre rivive le cause del trauma. La ‘desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari’ e’ un metodo inventato dalla psicologa americana Francine Shapiro, che alla fine degli anni ’80 scopri’ che i movimenti oculari volontari riducevano l’intensita’ dei pensieri negativi disturbanti. Shapiro inizio’ cosi’ uno studio per esaminare l’efficacia dell’Emdr nel trattamento di reduci del Vietnam traumatizzati e di vittime di aggressioni sessuali e scopri’ che questi gesti riducevano notevolmente i sintomi dei loro disturbi da stress post trauma. L’Emdr e’ diventato cosi’ un nuovo approccio terapeutico, oggi utilizzato anche in Italia, e “rimane il trattamento con maggior ricerca scientifica per intervenire sulle persone che hanno sviluppato sintomi e disturbi dopo aver vissuto situazioni di stress per gravi eventi ed esperienze traumatiche”, afferma Isabel Fernandez, presidente Emdr Europe.
Questo metodo infatti, sottolinea la psicoterapeuta Paola Vinciguerra, responsabile Emdr Italia, ”riabilita la capacita’ fisiologica del cervello di ‘digestione’ e accantonamento degli eventi traumatici. Inoltre, varie ricerche hanno dimostrato che dopo il trattamento si sono verificati importanti miglioramenti neurofisiologici. Metaforicamente – spiega – l’elaborazione dei traumi attraverso l’Emdr e’ come la corsa di un treno: a ogni fermata scende del materiale negativo e salgono nuove associazioni positive”. La tecnica ha cioe’ l’effetto di spostare il ricordo del trauma dalla corteccia prefrontale, in cui rimane emotivamente attivo, alla corteccia parietale, dove sara’ memorizzato come evento passato, quindi ricordato ma non piu’ attivo nei ricordi emotivi di paura o terrore. Di recente, l’associazione Emdr Italia, Cnr e Universita’ di Tor Vergata hanno anche condotto uno studio su alcune persone che avevano vissuto l’esperienza traumatica del terremoto di San Giuliano di Puglia trattate con Emdr, i cui risultati preliminari sono stati pubblicati sulla rivista Plos one. Lo studio e’ stato il primo a ‘fotografare’ quello che avviene nel cervello durante le sedute Emdr, suggerendo che l’elaborazione degli eventi traumatici si muove passando, appunto, da aree che sviluppano immagini patologiche del trauma a regioni con un ruolo diverso, di tipo cognitivo e associativo.