“Non sappiamo quanta possa essere l’energia ancora da liberare, ma e’ piu’ che legittimo dire che non e’ da escludere un evento piu’ importante, ma non e’ possibile dire quando“: lo ha dichiarato il presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), Carlo Doglioni, all’ANSA. Nella zona colpita dalle 4 scosse di magnitudo superiore a 5 del 18 gennaio “si e’ riscontrata delle sismicita’ alla fine del 2009 e poi una sorta di lacuna tra questa zona e la parte piu’ meridionale. In questa zona di silenzio sismico era da attendersi che quel volume si sarebbe attivato, con quei 4 eventi. Ora non sappiamo quanta energia resti la liberare“. L’area interessata “e’ potenzialmente instabile perche’ gli elementi adiacenti si sono mossi di recente“, cioè nel 2009, e “sulla scala dei tempi geologica, sette anni sono un istante“. La suddetta ipotesi è confermata anche dal sismologo INGV Alessandro Amato: “non sorprenderebbe se si verificasse una scossa di intensita’ pari o superiore a quelle avvenute” vista la storia sismica dell’are.