Urge la redazione del piano di emergenza per la diga di Campotosto. E’ quanto sottolinea il presidente della giunta regionale dell’Abruzzo, Luciano D’Alfonso, che stamattina ha preso parte al tavolo a Pescara per discutere del rapporto tra l’attuale funzionalità della diga di Campotosto, le norme vigenti, il documento di Protezione civile della diga di Rio Fucino ed il documento di emergenza-evacuazione. Hanno partecipato, tra gli altri, il vice prefetto vicario dell’Aquila, Giuseppe Guetta, il sottosegretario con delega alla Protezione civile, Mario Mazzocca, il consigliere regionale, Luciano Monticelli, il direttore generale della Regione, Cristina Gerardis, ed il direttore del Dipartimento Lavori pubblici, Emidio Primavera. “Abbiamo valutato la vigenza dei documenti – ha dichiarato D’Alfonso – e soprattutto la qualità delle informazioni allo stato anche alla luce del fatto che uno dei documenti di pertinenza del Ministero delle Infrastrutture è datato 2000 sebbene con scadenza al 2018. Tuttavia, – ha proseguito – siccome un invaso è un corpo vivo, abbiamo anche voluto verificare la puntualità delle informazioni contenute per attivare subito dopo il Piano di emergenza che spetta, come redazione, a Regione e Prefettura dell’Aquila”. “Sono stati coinvolti tutti i Comuni del bacino di riferimento – ha spiegato il presidente – per fare in modo che, in caso di evacuazione che, al momento, è scongiurata, siamo in grado di compiere tutte le azioni necessarie per garantire la sicurezza della popolazione”. “Abbiamo anche verificato la quantità idrica dell’invaso di Campotosto e la quantità idrica che deve essere eliminata – ha aggiunto D’Alfonso – e secondo quale tempistica, in caso di necessità, debbano coordinarsi Autorità di bacino, sindaci e autorità di pubblica sicurezza. Infine – ha continuato – abbiamo verificato la condizione di tutti gli altri invasi della regione per fare in modo che nessun evento ci colga impreparati”. “Peraltro, già a fine ottobre, dopo gli eventi tellurici di quel periodo, avevo chiesto personalmente al direttore delle dighe presso il ministero delle infrastrutture di verificare quale fosse stato il livello dei danni prodotti dalle sollecitazioni sismiche”, ha concluso.