La grande frana che paralizza la viabilita’ sulla ex strada provinciale 209 ‘Valnerina’, che collega Visso a Norcia e Preci, restera’ sotto monitoraggio fino al mese di giugno. Ad annunciarlo all’ANSA e’ Gianni Scalella, geologo della Protezione civile della Regione Marche, incaricato di osservare l’evoluzione dei movimenti franosi causati dai terremoti che si sono susseguiti dal 24 agosto fino alla scossa di magnitudo 6.5 del 30 ottobre. “Il monitoraggio in atto riguarda tutte le pareti rocciose interessate da movimenti franosi e per avere un quadro preciso occorrera’ ancora attendere dei mesi: le piogge, la neve, il gelo e un normale assestamento della terra provocheranno delle evoluzioni delle stesse frane – spiega il geologo – e questo ci suggerisce di continuare a raccogliere dati che saranno poi utili a formulare le soluzioni piu’ idonee per progettare il ripristino della viabilita’ oggi interrotta e quindi anche della stessa strada Valnerina”. La grande frana che ha modificato pure il corso del fiume Nera, ha di fatto isolato Visso e le sue frazioni da quello che, prima del sisma, era un naturale percorso turistico che si completava con lo sconfinamento in Umbria, arrivando a Norcia e Preci. Un tragitto oggi ostacolato da circa 250mila metri cubi di rocce e terra che sono piombate sulla rete stradale, “con un movimento franoso che si estende su circa 5 chilometri di tratto, interessando sia il versante marchigiano che quello umbro e il progetto di ripristino dovra’ essere studiato prendendo in considerazione questo intero tragitto e non solo il punto preciso dove insiste la frana, vale a dire tra Visso e Molini di Visso”, precisa Scalella. I sopralluoghi sulla grande frana si sono succeduti fin dal 31 ottobre scorso, quando il luogo venne raggiunto dai tecnici della Protezione civile Marche e da quelli del Cnr Irpi (Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica) di Perugia. L’evoluzione del movimento franoso viene monitorato anche con l’ausilio di droni che sorvolano la zona interessata, “ma in questi mesi non abbiamo riscontrato particolari mutazioni”, sottolinea l’esperto, che vuole evidenziare come nella fase di studio per il ripristino della viabilita’ “sara’ anche importante prevedere il recupero di tutti i materiali inerti che si sono distaccati a seguito delle frane: secondo una stima approssimativa pensiamo che si possano recuperare 600-800 mila metri cubi di materiali che, una volta trasformati, potrebbero essere reimpiegati per la ricostruzione delle strade”. E’ prematuro, invece, azzardare ipotesi progettuali per quella che sara’ la nuova ‘Valnerina’, secondo Scalella, “anche se credo che quella strada debba mantenere le caratteristiche di un percorso di montagna protetto da gallerie para-massi chiuse, in modo da garantire la massima sicurezza a chi la percorrera'”. Sulla tempistica della riapertura e’ difficile azzardare una data. Gli operatori commerciali e turistici della zona da settimane chiedono di “fare presto”, un isolamento troppo prolungato potrebbe compromettere per sempre le loro attivita’, gia’ pesantemente segnate dal sisma e aggravate, in questi giorni, dalle abbondanti nevicate.
Terremoto, la grande frana della Valnerina rimarrà sotto monitoraggio almeno fino a giugno
