Terremoto, sindaco Pizzoli: “Non possiamo fare tutto da soli”

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“A Pizzoli l’emergenza è iniziata ieri con la forte nevicata: da oltre 24 ore nevica ininterrottamente. Le scosse di questa mattina hanno creato ulteriori disagi. La gente si è riversata nelle strade che erano invase di neve e quindi già disagevoli. Stiamo affrontando l’emergenza con risorse nostre, cioè l’amministrazione e i dipendenti comunali stanno lavorando per assistere chi è in difficoltà. I danni sono già molti”. Lo dice a LaPresse Gianni Anastasio, sindaco di Pizzoli, uno dei comuni in provincia dell’Aquila più vicino all’epicentro delle scosse di Terremoto di questa mattina. “Stiamo intervenendo per aiutare sia chi è in difficoltà a causa della neve – prosegue il primo cittadino – e quindi è bloccato in casa, sia chi, invece, ha subito danni a causa del Terremoto e quindi ha dovuto lasciare la propria abitazione”.Da soli, però, si può fare poco. “Non riusciamo a ottenere grandi risultati. Ho ricevuto da poco una chiamata da parte della protezione civile regionale – racconta il sindaco Anastasio – la quale mi ha detto che arriveranno qui dei volontari dopo i nostri solleciti. Ho fatto presente i nostri problemi, ciò che abbiamo e ciò che ci manca: spero che il loro sarà un aiuto concreto e ci faciliti nel compito di assistenza”. E’ ancora difficile, al momento, fare un bilancio di eventuali sfollati.

“Le persone assistite da noi nel palazzetto dello sport – spiega il sindaco di Pizzoli – sono alcune decine e attendono di capire come ci organizzeremo nella notte. In tanti si sono organizzati autonomamente: quando hanno capito la difficoltà della situazione si sono rimboccati le maniche e hanno trovato una soluzione temporanea”.Il palazzetto dello sport di Pizzoli si è trasformato nel punto di raccolta, nel quale stanno confluendo soprattutto gli anziani, le donne e i bambini, assistiti dai vigili del fuoco. I presenti lamentano l’assenza della protezione civile: “Non abbiamo nulla, nemmeno l’acqua. Ogni paese dovrebbe avere almeno un punto di accoglienza e invece siamo soli”. Chi è lì non sa ancora se la propria abitazione abbia subito danni: “Quando c’è stata la forte scossa sono scappata – racconta una donna – e non sono più rientrata a casa. Sono fuggita in mezzo alla neve”. “Io sono uscita da una finestra – dice un’altra donna – perché non potevo usare le scale”.

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