Gli interventi di prevenzione nell’Appennino centrale avrebbero dovuto essere eseguiti tra il 2009 e il 2016: ciò secondo il sismologo Enzo Boschi, sismologo, intervistato da “Radio anch’io” di Radio 1. “La pericolosita’ sismica dell’Appennino non si discute”, ha spiegato, riferendosi al rischio scosse di magnitudo compresa fra 6 e 7 segnalato nel rapporto della Commissione Grandi Rischi. Nell’Appennino “c’e’ stata una forte sequenza nel 1997 a Nord della zona colpita in agosto e nel 2009 c’e’ stata un’altra sequenza a Sud. All’interno, quindi, c’e’ un segmento altamente sismico ma non attivo, una lacuna sismica. Se quindi si dovevano prendere delle misure preventive, questo sarebbe dovuto accadere tra il 2009 e il 2016: quello sarebbe stato il periodo per fare prevenzione”.
“Quando si comunica un rischio si deve comunicare anche come affrontarlo”, e bisogna “verificare su quali basi scientifiche la Grandi Rischi ha fatto le sue affermazioni”.