Un disastro indescrivibile, un dramma simile che “non si era mai visto. Qui uniamo due scenari diversi: la valanga, che affrontiamo sempre, e una catastrofe naturale come un mini terremoto”. A descrivere l’orrore dell’Hotel Rigopiano, colpito da una slavina mercoledì sera, è Walter Milan, portavoce del Soccorso alpino e dalle prime ore sul campo per coordinare i soccorsi. Sguardo preoccupato, racconta ad Alessandro Banfo per LaPresse il tipo di delicato intervento sostenuto dal Cnsas: “Noi come Soccorso alpino interveniamo in questo contesto molto difficile in cui ci vogliono tante persone e tanto tempo per esaminare in maniera metodica la valanga – ha spiegato – Noi dobbiamo controllare centimetro per centimetro, dividiamo la valanga in porzioni molto piccole con spaghi e paletti e sondiamo per essere certi che in quel punto non c’è nessuno”. Lo scenario trovato nei pressi del resort di lusso, d’altronde, era dal punto vista ‘fisico’ assai complesso: “La valanga è molto importante e ha un fronte di oltre 30 metri: scivolando verso valle ha creato degli accumuli, con ‘onde’ alte fino a 5 metri”. Ovviamente è stato fondamentale il lavoro anche dei Vigili del fuoco e della Protezione civile, che ha operato con grossi autocarri e speciali sonde per captare segnali di vita sotto la spessa coltre di neve e ghiaccio. Di grande importanza dal punto di vista tecnico l’apporto di maxi-turbine (alcune capaci di perforare il muro bianco ad una velocità di 700 metri l’ora) e delle frese. Ma i tantissimi soccorritori (oggi tra tutti gli enti erano almeno in sessanta in quota) hanno scavato senza sosta da quasi 48 ore anche con la pala, sfidando temperature ben sotto lo zero. Gli elicotteri ha svolto invece un duplice ruolo: da una lato hanno portato gradualmente le squadre in cima all’hotel Rigopiano, dall’altro hanno trasportato in sicurezza i sopravvissuti (quasi una decina al momento) nei centri ospedalieri, in primis quello di Pescara. Qui aspettano speranzosi familiari e amici delle persone coinvolte, mentre i feriti prima vengono portati in rianimazione e poi nei settori di competenza a seconda delle condizioni. Nel frattempo però le ricerche non si fermano, come conferma a LaPresse Milan, già ottimista in mattinata sui possibili ritrovamenti: “Ci sono ancora speranze, noi lavoriamo con massima energia e forza per questo”. Il motivo tecnico è presto detto: “La valanga è particolare, ha investito un edificio, sotto possono esserci delle camere d’aria, architravi o piccoli solai che hanno creato un vuoto e lì potrebbero esserci delle persone”.