“Una roba da non credere, e’ stato scioccante, mai visto niente del genere. Temo ci siano poche speranze di ritrovarli in vita”. Cosi’, visibilmente provato, Cristian Labanti, l’operatore del Soccorso Alpino emiliano che insieme ad Agostino Zini, Daniele Nasci e Alessandro Tedeschi ieri notte e’ partito con gli sci dal versante aquilano del Gran Sasso alla volta dell’hotel Rigopiano di Farindola (Pescara), sommerso nel pomeriggio da una slavina. I quattro sono stati tra i primi ad arrivare all’alba. “Abbiamo compiuto piccoli sondaggi, ma ci siamo trovati di fronte un muro di neve e macerie”.
”Una buona meta’ dell’edificio e’ stato spalmato dalla valanga in una avallata sottostante, l’altra meta’ era fatta di macerie con sopra la neve”. Lo ha detto Luigi Piccirilli, del Soccorso Alpino abruzzese, di ritorno dalle operazioni in corso presso l’hotel Rigopiano di Farindola. ”Per noi e’ un caso molto difficile, anche perche’ di solito siamo abituati a operare con la neve e non le macerie – ha aggiunto Piccirilli – La situazione e’ drammatica ma la speranza c’e’ sempre perche’ anche in casi di valanghe per cosi’ dire normali ci sono stati dei salvataggi che potevano sembrare insperati”
Sui 36 dispersi “non abbiamo prove certe, ma abbiamo segnalazioni che sono molti”. Così il Portavoce Vigili Fuoco, Luca Cari, intervistato da Porta a porta su Rai1 in merito al crollo dell’Hotel Rigopiano di Farindola. “Non abbiamo avuto segnalazioni positive con i cani. – ha spiegato – Stiamo lavorando con molto attenzione con mezzi leggeri, pale e mani”.