Valanga e slavina: i termini sono sinonimi o indicano due diversi fenomeni? Per il Cai, il Club alpino italiano, si tratta di sinonimi e le distinzioni tra i due solo esercizi di stile. Ma è meglio usare il termine ‘valanga’, come stabilito da una fonte autorevole in materia come l’Aineva, l’Associazione interregionale neve e valanghe: ”Gli Uffici valanghe italiani hanno concordato di utilizzare un termine unico: quando si parla di una massa di neve in movimento lungo un pendio, piccola o grande che sia, si parla di valanga”. La vera distinzione è invece tra frana e valanga, laddove la frana fa riferimento a un fenomeno di movimento o caduta di materiale roccioso o sciolto (insomma, di terra) mentre la valanga è di neve. L’Aineve fornisce anche le origini dei termini ‘valanga’ e ‘slavina’, traendoli da ”L’enigma delle valanghe” di Colin Fraser. Nei testi antichi erano chiamate ”labinae” o ”lavanchiae; poi la confusione con il vocabolo francese ”aval” (che significa ”verso valle, all’ingiù”) produsse l’attuale vocabolo ”avalanche”, usato in inglese e francese, da cui deriva ”valanga” in italiano. L’altro vocabolo latino labinae deriva da ”labi” che significa ”slittare, scivolare giù”. In seguito la parziale intercambiabilità delle lettere b, v e u originò molti termini propri di particolari regioni alpine come lauie, lavina, lauina e infine l’attuale vocabolo tedesco lawine, introdotto nell’uso corrente da Schiller e Goethe, da cui deriva il termine italiano ”slavina”. Se troppe variabili (tipo di distacco, tipo di neve, posizione del piano di scorrimento…) rendono praticamente impossibile classificare le valanghe, le cause possono invece ridursi a due: valanghe spontanee e le valanghe provocate. Quando ‘cade’ una valanga? Prevalentemente durante la stagione invernale (da dicembre ad aprile) ma anche nelle altre stagioni alle quote più elevate dove sono presenti ripidi pendii innevati. Insomma, difficile stabilire il quando. Ci sono poi valanghe ”immediate”, diretta conseguenza della precipitazione (la neve fresca non si ancora assestata sui pendii o sulla vecchia neve), e valanghe ”ritardate” che si verificano più in là nel tempo rispetto alle prime (giorni, settimane), a seguito di trasformazioni nel manto nevoso. In particolare il vento, la temperatura, o addirittura l’azione esterna dell’uomo, possono influire significativamente sui ”due” tipi di valanghe. Insomma, possono verificarsi durante una nevicata o dopo molto tempo.