Siamo a Scanno, un comune di circa 2100 abitanti nella provincia dell’Aquila, nel cuore dell’Appennino abruzzese e del Parco Nazionale d’Abruzzo. Dall’aspetto di un piccolo presepe, racchiuso tra le montagne, Scanno è talmente incantevole da essere considerato uno dei borghi più belli d’Italia e chiamato “la città dei fotografi” in quanto i suoi scorci sono stati catturati da nomi come come Henri Cartier-Bresson, Hilde Lotz-Bauer, Mario Giacomelli. Il suo nome deriva, secondo alcuni da Scamnum, “sgabello”, per via della sua posizione arroccata che, ai latini, sembrava uno sgabello. Ma Scannum è il termine che indicava il confine che divideva le centurie in cui un territorio, conquistato dalle truppe romane, veniva diviso e assegnato in proprietà.
Altri pretesero, da una iscrizione, che Scanno si chiamasse prima Betifulo, ed in alcuni atlanti si trova segnato appunto “Scanno-Betifulo”, mentre il primo documento storico in cui è nominato Scanno si trova nella “Cronica Cassinese” del 1067. Cosa visitare? Oltre al meraviglioso lago di Scanno, a forma di cuore, Piazza Santa Maria della Valle, con la chiesa omonima, dalla bella facciata rinascimentale e con all’interno preziose opere d’arte, proseguendo per Via Roma, che entra nel cuore del paese e “acciambella”, prendendo man mano nomi diversi, la parte più antica e affascinante di Scanno, dove vi sono le donne con il loro caratteristico costume. E’ la strada degli orafi, dei negozi artigianali, dei souvenir locali. Lungo il suo percorso troviamo le chiese e i palazzi più antichi e maestosi di Scanno: la Chiesa Madonna delle Grazie, la Chiesa di San Giovanni Battista, la Chiesa di Sant’Eustachio, la Chiesa della Madonna del Carmine e quella di Santa Maria di Costantinopoli. Degli antichi palazzi il più maestoso è Palazzo Di Rienzo. Giunti in Piazza San Rocco, la “Ciambella” (così questo percorso viene chiamato dai locali) ripiega su Via Vincenzo Tanturri, per poi tornare al luogo di partenza. S’incontrano l’auditorium delle Anime Sante, dedicato al filosofo Guido Calogero, e la monumentale Fontana Sarracco, la Chiesa Parrocchiale, Chiesa di Sant’Antonio, annessa al convento dei Frati Minori.
Il centro storico è davvero suggestivo con antiche stradine lastricate, lunghe scalinate e viuzze che si affacciano sui pendii boscosi delle montagne, così vicine che sembra quasi di toccarle, terrazzine in ferro battuto, balconi fioriti, portali con il simbolo delle oltre 70 famiglie scanesi di nobili origini. Ma Scanno è molto altro. Da non perdere le tipiche lavorazioni in oro a filigrana sottile, tra cui la Presentosa e le Circejjie, l’Amorino, la Cicerchiata e la Bottoniera; le botteghe artigianali di merletti realizzati al tombolo e tipici piatti locali tra cui il pan dell’orso, il mostacciolo, i Cazzellitti con le fuoja, lo Zuppettone e gli amaretti. Altri piatti tipici: maccheroni alla chitarra fatti a mano con sugo di agnello o castrato; polenta bianca mescolata con fagioli, verza, patate e soffritto d’aglio; zuppe di fagioli; salamelle di tratturo; ricotta di pecora fresca o salata o stagionata; pecorino locale (classico, di Scanno e gregoriano); manzule ratterrate (mandorle tostate impastate con cioccolato fondente e zucchero); biscotto di prato.