Accadde oggi, il 3 febbraio del 1998 la strage della funivia del Cermis

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Il 3 febbraio del 1998, nei pressi di Cavalese, una località sciistica situata sulle Dolomiti a circa quaranta chilometri da Trento, si verificava un tragico incidente. Un aereo militare statunitense, che volava a una quota molto bassa in violazione dei regolamenti, tranciava il cavo d’acciaio della funivia del Cermis, in val di Fiemme. Una cabina con dentro venti persone precipitava nel vuoto, circa 150 metri, schiantandosi al suolo.

Il bilancio fu di 20 morti, provenienti da diversi paesi: Italia, Germania, Polonia, Belgio, Austria e Olanda. L’episodio sollevò grande indignazione in Italia, e il presidente degli Stati Uniti d’America Bill Clinton chiese scusa per l’incidente alcuni giorni dopo.

A parte le scuse però, i fatti che seguirono incrinarono le relazioni Italia-USA: due dei quattro militari americani presenti nell’aereo vennero giudicati dalla giurisdizione americana e non da quella italiana (si ritenne un fatto di competenza statunitense in virtù degli accordi NATO) e dopo alcuni anni di processi vennero assolti dalle accuse di omicidio colposo e preterintenzionale.

Suscitò ancora maggior tensione fra Italia e USA la rivelazione secondo la quale il pilota dell’aereo ed il navigatore avrebbero distrutto i nastri del video che avevano girato in cabina prima dell’incidente. Nastri che avrebbero mostrato al mondo come quattro militari che si stavano divertendo in un volo fuori dalle regole sulle Alpi italiane, finivano per causare una strage con venti morti. L’incidente del Cermis ravvivò anche il dibattito sulle basi militari americane in suolo italiano, una presenza massiccia.

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