Tra il gennaio e il maggio 1944 si svolse la battaglia di Montecassino, ovvero una serie di duri combattimenti che videro fronteggiarsi le forze Alleate e quelle della Wehrmacht durante la campagna d’Italia nella Seconda Guerra Mondiale. Da un lato, dunque, vi erano gli Alleati raggruppati nella 5ª Armata americana del generale Mark Wayne Clark, e dall’altro le esperte truppe tedesche della 10ª Armata comandata dal generale Heinrich von Vietinghoff. Cassino era un punto logistico fondamentale, e in particolare l’abbazia di Montecassino, che sovrastava la valle e permetteva di controllare i movimenti delle truppe nemiche. Fu proprio per questo motivo che divenne un caposaldo difeso dai tedeschi fino alla fine, e che causò una battaglia che durò più di cento giorni, con le forze militari che si asserragliarono in una estenuante guerra di posizione, molto simile alla logorante e sanguinolenta guerra di trincea che l’Europa vide nel corso della Prima Guerra Mondiale.
Il bombardamento dell’Abbazia, durante il quale persero la vita anche molti civili che vi si erano rifugiati, ebbe luogo proprio il 15 febbraio 2016. L’ordine di bombardare fu dato dal Generale Mark Clark, il quale pensò erroneamente che l’edificio fosse occupato dai tedeschi. Si trattò, riferì in seguito l’alto ufficiale, di “un tragico errore di tattica militare“, oltre che, come spiega bene lo storico Herbert Bloch, un’operazione inutile e dannosa dal punto di vista strategico, dato che le macerie del bombardamento, occupate subito dai tedeschi, offrirono un prezioso riparo che permise loro di tenere a lungo quella posizione, dalla quale poterono bersagliare più facilmente le truppe alleate.
Ciò che gli Alleati non sapevano, tra l’altro, era che tra le autorità ecclesiastiche e quelle italo-tedesche fu stipulato un patto secondo cui i soldati avrebbero potuto stare solo all’esterno dell’Abbazia e nessuno di loro sarebbe potuto entrare. Non solo. Il compito dei militari era anche quello di sorvegliare il perimetro dell’Abbazia per tenere al sicuro i beni artistici ivi contenuti, di grande valore storico e culturale. Per gli Alleati, invece, a Montecassino si nascondeva una guarnigione tedesca, e come unica soluzione per una sconfitta immediata si ricorse al bombardamento a tappeto. L’aviazione, dunque, rase al suolo Montecassino in un bombardamento che durò per tutta la mattinata. Molti civili che si erano rifugiati all’interno dell’abbazia persero la vita, come anche diversi , soldati tedeschi che ne controllavano il perimetro e ben 40 militari indiani.
Furono oltre 200 i velivoli che scagliarono i loro ordigni contro Montecassino: si trattò, da parte dei Comandi Alleati, della sperimentazione di “una nuova strategia di bombardamento con mezzi ad alta quota su di un obiettivo puntiforme”. Una sperimentazione che, sebbene abbia tecnicamente avuto successo, si è rivelata un vero flop, che ha causato la morte di civili e la perdita di diverse opere artistiche di valore indiscusso.