Quasi tutte le aziende agro-sociali hanno un’anima green, contribuendo anche alla riduzione delle emissioni di gas serra. Ben l’89% delle agricole che praticano l’agricoltura sociale, infatti, riduce l’impatto ambientale limitando l’impiego di antiparassitari e concimi e adottando pratiche agronomiche ecosostenibili, mentre appena una su dieci adotta tecniche di produzione agro-zootecnica convenzionale. A scattare la fotografia è AiCare, l’Agenzia Italiana per la Campagna e l’Agricoltura Responsabile e Etica, all’indomani del ‘Biofach’ di Norimberga. Secondo lo studio di AiCare, le aziende agro-sociali certificate per l’adozione del metodo di coltivazione biologico sono il 48%; un ulteriore 29% pratica il metodo biologico di fatto, evitando gli oneri della certificazione ufficiale, affidandosi al rapporto di fiducia stabilito con consumatori fidelizzati; il 7% coltiva secondo i principi della biodinamica basati sulla visione spirituale antroposofica elaborata dal filosofo Rudolf Steiner; il rimanente 5% combina diversi metodi ecosostenibili di coltivazione. Complessivamente, le aziende agricole italiane certificate per la produzione con metodo biologico sono, stando a dati Sinab Bio in cifre 2016 ma su anno di riferimento 2015, circa 52.600 pari a poco meno del 4% di tutte le aziende agricole. La diffusione del metodo biologico nelle aziende agro-sociali è dunque superiore di oltre dodici volte. “L’Agricoltura biologica e biodinamica – sottolinea Paola Scarpellini, presidente di AiCare – contribuisce significativamente anche alla riduzione delle emissioni di gas serra dalle quali dipendono il cambiamento climatico e le temperature del pianeta, in costante aumento nonostante gli accordi internazionali“. “Già nel 2015, a ridosso della Conferenza di Parigi COP21, la Rete Nazionale dei Centri per l’Etica Ambientale di cui AiCare è parte, ha sottolineato l’urgenza di mettere in atto azioni concrete, chiedendo alla politica di impegnarsi per un agire condiviso: un clima vivibile è un bene essenziale per la vita civile” sottolinea Scarpellini. “Stimiamo che le aziende agro-sociali, se ci si limita alla sola incidenza del 48% di coltivazione con metodo biologico, riducano di almeno il 15% le emissioni di gas serra rispetto alla media delle aziende agricole nazionali” indica ancora il presidente di AiCare.