Consumi, terre coltivate e operatori. Crescono tutti i numeri del bio, un mercato stimato a livello globale sopra gli 80 miliardi di dollari a fronte di 50,9 milioni di ettari di terre coltivate nel 2015 (+14,7% rispetto al 2014) e 2,4 milioni di operatori (+7,2% rispetto al 2014). Sono gli ultimi dati globali sull’agricoltura biologica presentati da Fibl – Istituto di Ricerca per l’agricoltura biologica e Ifoam – Federazione internazionale dei movimenti per l’agricoltura biologica a Biofach, salone internazionale del biologico a Norimberga. Il trend positivo degli ultimi anni, dunque, continua: secondo l’edizione 2017 dello studio ‘The World of Organic Agriculture’ (dati aggiornati a fine 2015), cresce la domanda dei consumatori, ben rappresentata dal +11% del mercato Usa, il più grande del settore. Più agricoltori coltivano biologico, più terra è certificata organica e 179 Paesi hanno attività nel settore bio. La ricerca è supportata da Swiss State Secretariat for Economic Affairs (Seco), International Trade Centre (Itc) e NürnbergMesse, organizzatori della fiera Biofach. La società di ricerca inglese Organic Monitor stima che il mercato globale del cibo bio abbia raggiunto gli 81,6 miliardi di dollari Usa nel 2015 (circa 76 miliardi di euro). Quello statunitense è il mercato principale con 35,9 miliardi di euro seguito da Germania (8,6 miliardi), Francia (5,5) e Cina (4,7). Nel 2015, la maggior parte dei principali mercati ha mostrato tassi di crescita a due cifre. Le spese pro capite più alte si registrano in Svizzera (262 euro) e in Danimarca l’indice di penetrazione più alto (8,4% del settore alimentare). Nel 2015, si contano 2,4 milioni di produttori. L’India continua ad essere il Paese con il più alto numero di produttori (585.200), seguito da Etiopia (203.602) e Messico (200.039). Un totale di 50,9 milioni di ettari sono gestiti secondo i principi dell’agricoltura biologica alla fine del 2015, con una crescita di 6,5 milioni di ettari sul 2014, il più importante incremento mai registrato. L’Australia è il Paese con la maggiore estensione di superfici dedicate (22,7 milioni di ettari), seguito da Argentina (3,1 milioni) e Stati Uniti (2 milioni). Il 45% della terra coltivata bio è in Oceania (22,8 milioni di ettari), seguita da Europa (25% e 12,7 milioni di ettari) e America Latina (13%; 6,7 mln). Ancora. I Paesi con la quota più ampia di superficie dedicata al bio rispetto al totale sono Liechtenstein (30,2%), Austria (21,3%) e Svezia (16,9%). In 11 Paesi il 10% o più di tutta la terra coltivata è bio. L’Europa è in linea con il trend di crescita globale del settore. Al Biofach, Fibl e Agricultural Market Information Company (Ami) hanno presentato i dati del settore biologico europeo. Nel 2015, il mercato è arrivato quasi a quota 30 miliardi di euro (Ue a 27,1 mld) con un incremento del 13%. La maggior parte dei mercati più importanti ha segnato incrementi a due cifre. La Germania è il mercato bio più importante in Europa (8,6 mld di euro), seguito da Francia (5,5 mld), Regno Unito (2,6 mld) e Italia (2,3 mld) (dati 2015). E le prime stime del 2016 mostrano che il mercato continua a crescere (Germania 2016: 9,5 mld). “Per la prima volta dall’inizio della crisi finanziaria, il mercato ha registrato una crescita a doppia cifra (+13%). In Francia e in Italia, i mercati sono cresciuti del 15% e in Germania dell’11% nel 2015“, spiega Helga Willer del Fibl. Ogni anno i consumatori europei spendono di più per il cibo bio, una media di 36,4 euro in Europa e di 53,7 nell’Ue. Nei primi tre gradini del podio dei consumatori bio, ci sono svizzeri (262 euro), danesi (191 euro) e svedesi (177). Le nazioni europee mostrano anche le quote più ampie di mercato: Danimarca 8,4%, Svizzera 7,7%, Lussemburgo 7,5%. Un mercato che cresce, però, più velocemente della superificie dedicata. Tuttavia, l’area di terreni agricoli biologici è aumentata ad un ritmo più veloce di quanto non sia avvenuto negli anni passati: quasi un milione ettari (+8,2%). Alla fine del 2015, 12,7 milioni di ettari erano a gestione bio in Europa (nell’Unione europea, 11,2 milioni di ettari). Cioè il 2,5% e il 6,2%, rispettivamente, della superficie agricola totale. I Paesi con le maggiori aree agricole biologiche sono la Spagna (1,97 milioni di ettari), l’Italia (1,49 milioni di ettari) e la Francia (1,37 milioni di ettari). In ciascuno di questi tre paesi, la superficie agricola organica è aumentata di almeno 100mila ettari. In Europa, si contano 350mila produttori biologici (Unione Europea: 270mila), 60mila trasformatori e quasi 3.700 importatori. Mentre la crescita del numero di produttori biologici era al 3% (Unione Europea: 5%) e quindi relativamente modesta, il numero di trasformatori e importatori del settore è aumentato del 12% e del 19%, rispettivamente. “Il fatto che il numero di trasformatori e importatori cresca più velocemente del numero di produttori è un altro indicatore che la produzione biologica non tiene il passo con la domanda. I Paesi dovrebbero perseguire una chiara strategia nel settore biologico, sostenere filiere di produzione biologica più corte che forniscono benefici ambientali e sociali e migliorare i processi statistici per aumentare la precisione della raccolta dei dati di mercato“, sottolinea Matthias Stolze di Fibl.