“La proposta di riaprire la caccia al lupo, contenuta nel “Piano di gestione all’esame, domani, del Governo e dei presidenti delle Regioni, non solo non è fondata su dati e riscontri scientifici, ma ha un fine tutto politico“. Così Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente. “Insomma – incalza Brambilla – crepi il lupo, purché regni la pace sociale“. E invece no – sottolinea l’ex ministro -?”i lupi non si toccano, Governo e Regioni ascoltino il parere degli esperti e le voci indignate di centinaia di migliaia di cittadini“. “Quando si mettono in moto interessi economici e i pacchetti di voti ad essi collegati – continua Brambilla – a pagare il conto è sempre l’anello più debole: in questo caso il lupo, magnifico predatore, simbolo di fierezza e di libertà, al quale proprio l’Italia, con una saggia politica di conservazione, ha restituito solide speranze di sopravvivenza. Ora, perché fa comodo a qualcuno, si vuole intaccare un patrimonio di tutti, tornando indietro di oltre quarant’anni“. Brambilla si appella dunque “ai presidenti delle Regioni, quelli che non hanno già manifestato la loro contrarietà, e al Governo, perché ascoltino esperti di fama internazionale come Marc Bekoff che considerano il via libera agli abbattimenti un incentivo ai bracconieri, inefficace anche come strumento di contenimento“.