Astronomia: Juno rimane fedele alla sua orbita di 53 giorni

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Juno rimarrà fedele alla sua orbita di 53 giorni. E’ stato deciso dai responsabili della missione che hanno stabilito di non eseguire l’accensione dei motori, una manovra che avrebbe ridotto il periodo orbitale della sonda a 14 giorni.
“Juno gode di ottima salute e i suoi strumenti sono operativi – ha commentato Thomas Zurbuchen dello Science Mission Directorate della NASA – rinunciare all’accensione del motore farà risparmiare alla sonda carburante prezioso per il proseguimento del suo viaggio”.
Juno – spiega l’Agenzia Spaziale Italiana – ha eseguito finora 4 sorvoli di Giove dall’inizio della sua missione: l’ultimo è stato completato il 2 febbraio scorso mentre  il prossimo è previsto il 27 marzo. Il periodo orbitale non influisce sulla qualità dei dati scientifici raccolti durante i fly-by poiché l’altitudine raggiunta dalla sonda durante il perigiove  –  il momento di massimo avvicinamento al pianeta – sarà sempre la stessa, circa 4100 chilometri.
Il mantenimento dell’orbita attuale costituirà un vantaggio per la scienza che riceverà un vero e proprio bonus dato che la sonda avrà più tempo da dedicare allo studio della magnetosfera gioviana – la parte di spazio dominata dal campo magnetico del pianeta – aumentando il valore del suo lavoro. Il piano di volo originale prevedeva due orbite di 53 giorni ciascuna per poi scendere a 14 giorni fino a fine missione. Ad ottobre è stato riscontrato un problema nelle valvole del sistema di pressurizzazione dell’elio parte dell’impianto idraulico del motore principale. Il guasto ha impedito la manovra di riduzione orbitale in programma in quel periodo, senza tuttavia influire sulle successive tappe della sonda.
Juno effettuerà 12 orbite scientifiche fino al 2018. Il team della sonda potrà proporre un’estensione della missione sulla base dei risultati ottenuti dai precedenti sorvoli che stanno già fornendo numerosi spunti di studio. Le ultime rivelazioni di Juno riguardano le aurore e i campi magnetici di Giove, questi ultimi  molto più potenti di quanto si pensasse in passato. Le osservazioni effettuate dalla sonda hanno infine svelato, che le fasce e le aree responsabili dell’aspetto delle nubi del pianeta, si estendono in profondità fin nell’interno di Giove.

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