Missione fallita per il netturbino cosmico made in Japan, KITE (Kounotori Integrated Tethered Experiment) lanciato lo scorso 10 dicembre insieme al cargo rifornimenti per la ISS Kounotori. Il dispositivo sperimentale aveva lo scopo di spostare i detriti spaziali verso un’orbita più bassa per farli disintegrare a contatto con l’atmosfera.
Per farlo – spiega l’Agenzia Spaziale Italiana – KITE si sarebbe servito di un cavo lungo 700 metri – una sorta di guizaglio – in acciaio inossidabile e alluminio fatto partire dal satellite madre e ideato in collaborazione con un’azienda nipponica specializzata nella produzione di strumenti per la pesca. Il guinzaglio percorso da corrente elettrica avrebbe fatto rallentare i detriti grazie anche all’influsso del campo magnetico della Terra. I detriti avrebbero così perso quota fino ad entrare in contatto con l’atmosfera per poi disintegrarsi.
Fin dalla messa in orbita il dispositivo non ha funzionato a dovere e nonostante i ripetuti tentativi di salvataggio dei tecnici da terra, la missione è stata dichiarata fallita. Il tentativo giapponese rappresenta solo l’ultima delle iniziative messe in campo dalle agenzie spaziali di tutto il mondo per la soluzione del problema degli space debris. L’ESA è sta attuando una pianificazione nel lungo termine per diminuire il numero di detriti nello spazio con lo sviluppo di e-Deorbit. La missione prevede l’utilizzo di un veicolo spaziale – operante da 800 fino a 1000 chilometri di altezza – in grado di catturare satelliti in disuso per poi farli precipitare in modo controllato e in tutta sicurezza nell’atmosfera.