Energia, Spagna: dalla centrale di Burgos riparte il dibattito sui costi del nucleare

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Il parere favorevole che il Consiglio di sicurezza nucleare ha dato alla riapertura della centrale di Burgos riapre il dibattito sull’energia dall’atomo in Spagna. Nei mesi scorsi il partito socialista operaio spagnolo (Psoe) aveva presentato una legge per smantellare tutte le centrali che avessero compiuto i 40 anni di vita. E, scrive il quotidiano “Abc“, vista la composizione attuale del parlamento, con i tanti seggi del partito antisistema Podemos e il governo conservatore in minoranza, la possibilita’ che il progetto socialista abbia successo non e’ cosi’ remota. Una delle prime conseguenze, fanno sapere fonti del Parito popolare (Pp) al governo, sarebbe un calo rialzo del 25 per cento del prezzo della bolletta elettrica. I costi dell’energia nucleare, scrive la testata, sono ammortizzati dopo 30 anni di vita della centrale e il governo la ritiene “indispensabile” per l’approvvigionamento elettrico del paese. Anche perche’, quando “la domanda va alle stelle, con le ondate di caldo o con le gelate, i parchi eolici si fermano per mancanza di vento e gli impianti fotovoltaici non funzionano per mancanza di sole”.

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