Con l’avvicinamento del mese di marzo anche le aree interne del sub-continente indiano cominciano a scaldarsi, risentendo del continuo soleggiamento diurno e della scarsa ventilazione nei bassi strati. Nei giorni scorsi in India sono stati misurati i primi over +40°C di questo 2017. In particolare nella giornata di venerdì 24 febbraio la città di Bhira ha registrato una temperatura massima di ben +43°C all’ombra. A Mahabubnagar la colonnina di mercurio negli ultimi giorni ha sfondato per la prima volta il muro dei primi +40°C. Non sono da meno i +39.7°C di Kurnool e i +39.0°C registrati dalla stazione di Bellary.
In queste settimane la calura continuerà ad intensificarsi, soprattutto sugli stati meridionali e centrali, lì dove il sole comincerà ad avvicinarsi allo “Zenit” man mano che ci avviciniamo alla prima decade di marzo. Ma nei prossimi giorni, grazie anche alla circolazione piuttosto “lasca” nei bassi strati, molte località e città, soprattutto negli stati centrali e meridionali dell’India, supereranno abbondantemente i +40°C +42°C all’ombra, con picchi anche di oltre i +43°C +44°C. Parliamo di temperature elevatissime per il mese di febbraio, con scarti anche di +7°C +9°C rispetto alle tipiche medie della stagione.
Va ricordato che la primavera in India rappresenta la stagione più calda dell’anno che si conclude verso metà giugno, allorquando si attende l’arrivo dell’umido “Monsone di SO” aspirato dalla profonda depressione termica che si viene a formare sulle pianure dell’India settentrionale. In questo periodo il sole comincia alzarsi sopra la linea dell’orizzonte e le giornate tendono ad allungarsi rispetto alla notte, garantendo un aumento del soleggiamento diurno.
In questi giorni il sole raggiunge lo “Zenit” (raggi solari perpendicolari sull’orizzonte durante le ore centrali del giorno) a ridosso dell’Africa equatoriale, determinando l’inizio della stagione calda che si afferma in primavera, fra l’Africa equatoriale e la vasta regione semi-desertica del Sahel. Questo sta determinando un brusco riscaldamento della fascia tropicale, in particolare sulle aree continentali, dove proprio la primavera rappresenta la stagione più calda dell’anno, la quale preannuncia l’arrivo della stagione delle piogge.
In realtà il caldo già si avverte nelle aree continentali dell’Africa sub-sahariane, investite dai torridi e polverosi venti di “Harmattan” (che altro non è che il corrispondente dell’Aliseo di NE sull’area sahariana) messi in moto dal divario barico esistente fra l’anticiclone dinamico sahariano e le basse pressione termiche legate al “fronte di convergenza intertropicale”, attestato nel tratto di oceano poco a sud del Golfo di Guinea. La presenza di masse d’aria molto secche nei bassi strati, unito all’intenso soleggiamento diurno e alla totale serenità dei cieli, sta favorendo un forte riscaldamento di tutta la fascia sub-sahariana.
In queste settimane si sta verificando un progressivo riscaldamento anche nelle aree desertiche interne della Penisola Arabica, dove i termometri cominciano a lambire ed oltrepassare il muro dei +38°C +40°C. Ma le temperature più elevate nei prossimi giorni le registreremo proprio lungo la fascia saheliana, dove si supereranno diffusamente i +40°C +42°C all’ombra. Basti pensare che solo nei giorni scorsi il muro dei +40°C all’ombra è stato sfondato sulla settore più settentrionale del Ghana, Benin e del Togo, oltre che nel Burkina Faso, Senegal e Mali, dove il caldo nelle ore centrali del giorno diventa davvero “rovente” sotto il soffio dell’”Harmattan”.