I venti di “Harmattan” infiammano l’Africa sub-sahariani, sfondati i +42°C fra Senegal e Mali

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Il caldo ora comincia a fare sul serio sul continente africano dopo le prime avvisaglie delle scorse settimane sull’area equatoriale. Il sole comincia raggiungere lo “Zenit” (raggi solari perpendicolari sull’orizzonte durante le ore centrali del giorno) a ridosso dell’Africa equatoriale, determinando l’inizio della stagione calda che si afferma in primavera, fra l’Africa equatoriale e la vasta regione semi-desertica del Sahel. Il caldo già si avverte nelle aree continentali dell’Africa sub-sahariane, investite dai torridi e polverosi venti di “Harmattan” (che altro non è che il corrispondente dell’Aliseo di NE sull’area sahariana) messi in moto dal divario barico esistente fra l’anticiclone dinamico sahariano e le basse pressione termiche legate al “fronte di convergenza intertropicale”, attestato nel tratto di oceano a sud del Golfo di Guinea. La presenza di masse d’aria molto secche nei bassi strati, unito all’intenso soleggiamento diurno e alla totale serenità dei cieli, sta favorendo un forte riscaldamento di tutta la fascia sub-sahariana.

gfs_week1_af_tmax_obsMa il gran caldo si riesce ad avvertire anche più a sud, tra Congo, Camerun e Repubblica Centrafricana, dove l’influenza del potente anticiclone dinamico sahariano, attestato con i propri massimi di geopotenziale in alta quota in pieno Sahel (con notevoli “Subsidenze” che costringono a surriscaldare l’aria per “compressione adiabatica”), riesce a deumidificare l’atmosfera, contribuendo a far impennare i valori termici fino ad oltre i +39°C +40°C all’ombra in pieno giorno, con tassi dell’umidità relativi sotto il 10% 20%.

gfs_week1_af_200wind_obsNella giornata di lunedì 26 febbraio 2017 si è riusciti a fare di molto meglio lungo il deserto maliano e sull’entroterra senegalese, già ben arroventato da settimane di continua insolazione, regime anticiclonico in quota (con intense “Subsidenze atmosferiche”) e masse d’aria piuttosto secche nei medi e bassi strati. Proprio ieri, lunedì 26 febbraio 2017, la colonnina di mercurio ha oltrepassato la soglia dei +42°C all’ombra nel cuore dell’entroterra semi-desertico senegalese.

Rafravn302Fra tutte le temperature registrate particolare importanza assume la massima di +42.5°C stabilita nel pomeriggio di ieri dalla stazione di Matan, nel cuore dell’entroterra senegalese, con il soffio costante di una torrida ventilazione da E-NE ed Est, facente capo proprio all’”Harmattan”. Subito seguiti dai +41.6°C di San e dai +41.5°C di Kayes, nel Mali.

03-07-2005-ID__turkmenistan_1ll_Karakum%20DesertUn dato di tutto rispetto, forse preludio di una primavera piuttosto torrida per l’intera Africa sub-sahariana, in attesa del passaggio zenitale del sole a nord dell’equatore. Diverse le stazioni sinottiche che sono riuscite a superare il muro dei +40°C +41°C, complice il costante soffio dell’arido e polveroso vento di “Harmattan” che ha contribuito a rinsecchire le masse d’aria, già piuttosto “roventi”, nei bassi strati. Nei prossimi giorni il forte riscaldamento comincerà ad isolare, nei medi e bassi strati, uno strato di aria molto calda e secca che stagnerà sopra le estese distese desertiche e semi-desertiche dell’Africa sub-sahariana e sul Sahara stesso, dove già si evidenzia la presenza di masse d’aria sempre più calde, con la comparsa delle isoterme diffusamente superiori ai +20°C +25°C alla quota di 850 hpa.

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