È un mondo estremamente torrido, si trova a 1300 anni luce dal nostro sistema e orbita intorno alla stella KELT 16. L’oggetto celeste in questione è un esopianeta appartenente alla categoria dei ‘giovani caldi’ (Hot Jupiter), scoperto grazie alle osservazioni condotte con il Kilodegree Extremely Little Telescope (KELT) e battezzato con il nome di KELT 16-b.
Le peculiarità del pianeta, che potrebbe terminare la sua esistenza in tempi considerati ‘brevi’ dal punto di vista astronomico, sono state illustrate nell’articolo “KELT-16b: A Highly Irradiated, Ultra-short Period Hot Jupiter Nearing Tidal Disruption”, pubblicato di recente sulla rivista The Astronomical Journal.
Lo studio del ‘gioviano caldo’ – spiega l’Agenzia Spaziale Italiana – è stato condotto da un team internazionale di ricercatori, coordinato dal Westminster College (Pennsylvania), che si è avvalso dei dati della mappatura effettuata dai due telescopi del sistema KELT (KELT-North in Arizona, foto in basso a destra, e KELT-South in Sudafrica).
Gli studiosi, quindi, hanno potuto tracciare l’identikit di KELT-16b, il cui raggio misura all’incirca 1,4 volte quello di Giove e presenta un massa pari a 2,75 volte quella del ‘re’ del Sistema Solare.
Ha destato particolare interesse la temperatura dell’esopianeta, pari a 2453 K, dovuta, secondo gli autori della ricerca, al fatto che KELT-16b orbita estremamente vicino alla sua stella tanto da compiere un ‘tour’ completo in meno di un giorno.
Un’orbita così particolare è stata riscontrata solo per altri cinque esopianeti, e per KELT-16b potrebbe rivelarsi molto pericolosa perché lo rende soggetto alle forze e all’irraggiamento estremo esercitati dalla stella.
Concentrandosi sull’orbita, il gruppo di lavoro ha constatato che il ‘giovano caldo’, la cui età è stata stimata in circa 3 miliardi di anni, ha iniziato a muoversi in maniera irregolare quando ne aveva solo uno, e il suo ‘volteggiare’ anomalo verso la stella potrebbe condurlo alla distruzione nel giro di 550mila anni.
Secondo gli astronomi, questo esopianeta spericolato può essere di grande utilità in quanto è facilmente osservabile e in grado di fornire dati preziosi per successive indagini sugli ‘Hot Jupiter’, corpi che presentano ancora numerosi interrogativi per quanto riguarda i processi di formazione e migrazione.
Gli autori della ricerca, infine, pensano di integrare i dati disponibili su KELT-16b con ulteriori osservazioni dei telescopi Hubble e Spitzer per approfondire la caratterizzazione atmosferica di questa tipologia di oggetti celesti.