Da uno studio pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences, il 13 febbraio, alcuni ricercatori della Stanford’s School of Earth, Energy & Environmental Sciences hanno sviluppato un nuovo modello per stimare i raccolti nelle aree in via di sviluppo, utilizzando le foto ad alta risoluzione scattate dai satelliti.
L’approccio – spiega L’Agenzia Spaziale Italiana – potrebbe essere utilizzato per intervenire tempestivamente in quelle regioni in cui i dati sono estremamente scarsi, migliorando la produttività agricola e di conseguenza le condizioni di vita di alcuni paesi.
Da oltre tre decenni, la risoluzione delle immagini catturate dai satelliti non è stata sufficientemente alta da permettere l’osservazione e lo studio di campi agricoli tipici dei paesi in via di sviluppo.
Oggi, i satelliti si sono ‘evoluti’ e possono ‘immortalare’ gran parte del mondo ad altissima risoluzione e a costi molto bassi.
Gli scienziati della Stanford’s School hanno testato il nuovo approccio in un’area del Kenya occidentale, dove sono presenti molte colture.
I metodi utilizzati per stimare le rese di produttività agricola sono stati due: il primo, condotto attraverso delle indagini direttamente sul campo, per verificare la precisione delle stime di rendimento calcolato su i dati satellitari. Il secondo, è stato condotto utilizzando un modello computerizzato che mostra virtualmente lo sviluppo e la crescita delle colture, fornendo anche informazioni sulle condizioni metereologiche locali, per aiutare a prevedere i rendimenti.
“Solo combinando le immagini satellitari con i modelli di coltura computerizzati ci permette di fare previsioni accurate”
I ricercatori hanno in programma di testare il loro approccio anche in altre zone dell’Africa sub-sahariana.