Le speculazioni sul latte di pecora hanno dimezzato i prezzi riconosciuti ai pastori sardi con una perdita stimata in 130 milioni di euro. E’ quanto emerge dall’analisi della COLDIRETTI diffusa in occasione della protesta di migliaia di pastori in corso a Cagliari. Dalla mungitura quotidiana di una pecora si ottiene in media un litro di latte che viene pagato oggi al ribasso – denuncia la COLDIRETTI – appena 55 centesimi rispetto ad 1 euro di fine campagna 2015. Una “elemosina che non copre neanche i costi di allevamento e di alimentazione e spinge alla chiusura i 12mila allevamenti presenti nell’Isola” denuncia l’associazione. In Sardegna – sottolinea la COLDIRETTI – si trova il 40% delle pecore allevate in Italia che producono quasi 3 milioni di quintali di latte destinato per il 60% alla produzione di pecorino romano (Dop), ma riconosciuti dall’Unione Europea ci sono anche il Fiore Sardo Dop e il Pecorino Sardo Dop. La COLDIRETTI della Sardegna chiede tra l’altro che “d’ora in poi ogni centesimo pubblico destinato al comparto debba avere una ricaduta certa e diretta sui pastori per non fare arricchire furbetti ma anche l’intensificazione dei controlli sulle truffe e sugli inganni: occorre inoltre verificare e accelerare l’apertura del bando per destinare il pecorino ai poveri indigenti, attivare il prestito di conduzione e tutte le misure comunitarie disponibili per sostenere i redditi e garantire liquidità alle imprese agricole”.