L’incantevole Villa Adriana di Tivoli [GALLERY]

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Siamo a Tivoli. E’ qui che si trova la splendida Villa Adriana, uno di siti italiani inseriti nella World Heritage List dall’Unesco. Si tratta della più vasta e ricca villa imperiale romana, in parte ispirata alla Domus Aurea di Nerone. Costruita a partire dal 117 d.C. dall’imperatore Adriano che non era felice del Palazzo di Monte Palatino e desirava star lontano da Roma, è costituita da un insieme di vie, monumenti, specchi d’acqua, biblioteche, teatri, templi, appartamenti per gli ospiti, potrebbe essere definita una piccola città immersa tra il verde di ulivi secolari, querce e cipressi.

Il sito, diviso in 4 nuclei principali, si ispira alle costruzioni monumentali che l’imperatore aveva ammirato durante i suoi viaggi nelle province dell’Impero, come il Pecìle di Atene, il Canopo sul delta del Nilo e la valle di Tempe in Tessaglia. Il Pecile si presenta con un enorme giardino circondato da un porticato con piscina centrale, mentre il Canopo è un lungo bacino d’acqua ornato da colonne e statue culminante con il Serapeo, il tempio sormontato da una cupola divisa a settori. Particolarmente suggestivi la Terrazza con il Padiglione di Tempe, con affaccio sulla valle, e il Teatro marittimo, con tracce di mosaici pavimentali ed un porticato circolare a colonne ioniche ricoperto da volta a botte.

Le colonne si riflettono nelle acque di un ampio canale che delimita una piccola isola artificiale su cui sorge una domus. Interessanti le Terme, divise in Grandi e Piccole, la Biblioteca Greca e la Biblioteca Latina e la Sala dei Filosofi absidata ed imponente, cosiddetta per le sette nicchie sulla parete di fondo destinate probabilmente ad ospitare le statue dei Sette Saggi. In seguito ad un periodo di abbandono, con campagne di scavi succedutesi nel corso dei secoli, la Villa fu spogliata di molte delle sue decorazioni ed alcuni suoi marmi vennero utilizzati per abbellire altre dimore nelle vicinanze, come la splendida Villa d’Este a cui lavorò Pirro Ligorio per conto di Ippolito II, figlio di Lucrezia Borgia.Riscoperto nel Rinascimento, il complesso ispirò artisti ed architetti come Antonio Sangallo il Vecchio e Francesco Borromini e, dopo essere appartenuto a varie casate come i Conte e la famiglia Braschi, nel 1870 divenne di proprietà dello Stato.

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