Made in Italy: boom per l’export di vino, aceto balsamico e salumi

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Le Indicazioni geografiche continuano a rappresentare un fattore chiave della crescita del made in Italy nel mondo, con un valore all’export di 7,8 miliardi di euro, pari al 21% delle esportazioni del settore agroalimentare e un trend positivo che sfiora la doppia cifra con un +9,6%. Ed è boom dell’export per vino, aceti balsamici e salumi. I Formaggi Dop si confermano prima categoria con valore alla produzione di 3,6 miliardi. Stabile la produzione per gli ortofrutticoli e in calo i prezzi. In recupero, invece, gli oli di oliva. A scattare la fotografia è il XIV Rapporto Ismea Qualivita. Nel dettaglio, per quanto riguarda il comparto wine, i vini Dop e Igp contano 523 riconoscimenti, una superficie iscritta pari a 494mila ettari e una produzione che arriva intorno al 50% del vino totale prodotto in Italia. La produzione di Dop e Igp nel 2015 è stata di oltre 23 milioni di ettolitri, per 2,84 miliardi di bottiglie (+2,4% sul 2014) e 7,4 miliardi di euro di valore alla produzione. L’export di vini Dop e Igp ha raggiunto nel 2015 14,1 milioni di ettolitri (+4,5%) per un giro d’affari da 4,7 miliardi di euro (+7,7%) e una quota dell’87% rispetto ai 5,4 miliardi complessivi delle esportazioni italiane di vino. Le prime dieci Dop rappresentano il 53% della produzione totale a volume e il 58% a valore: le prime cinque denominazioni (Prosecco Dop Conegliano Valdobbiadene – Prosecco Dop, Chianti Dop, Asti Dop e Chianti Classico Dop) con più di 900 milioni di euro di valore alla produzione dello sfuso coprono oltre il 40% del totale. Nelle Igp le prime cinque indicazioni (Delle Venezie Igp, Veneto Igp, Terre Siciliane Igp, Toscano Igp e Emilia Igp) raggiungono complessivamente 439 milioni di euro di valore alla produzione dello sfuso e coprono oltre il 69% del totale. Quanto ai formaggi, sono la principale categoria delle Dop e Igp in termini di volume d’affari, con un valore alla produzione di quasi 3,6 miliardi di euro per un’incidenza del 56% sul totale del comparto food. Anche a fronte di un aumento del +2,3% della quantità certificata, la categoria registra un leggero calo rispetto al 2014 a livello di valore (-1,6% alla produzione, -0,1% al consumo). La quantità esportata, pari al 34% della produzione certificata, mostra risultati che migliorano quelli già eccellenti del 2014: con oltre 1,6 miliardi di euro, l’export cresce del +5,7% e rappresenta il 51,2% del totale delle esportazioni del comparto food. Le principali denominazioni – Grana Padano Dop, Parmigiano Reggiano Dop, Gorgonzola Dop, Mozzarella di Bufala Campana Dop – rappresentano da sole oltre l’80% della produzione della categoria. I risultati migliori in termini di trend si registrano per la Mozzarella di Bufala Campana Dop (+21,7% valore, +8,8% volume) e Pecorino Romano Dop (+62,4% valore, +25,1% volume). Le esportazioni hanno aumenti rilevanti per la maggior parte delle principali denominazioni, con incrementi percentuali spesso in doppia cifra. I prodotti a base di carne, invece, rappresentano la seconda categoria delle Dop e Igp per giro d’affari, con un valore alla produzione di 1,8 miliardi di euro per un’incidenza del 28,7% sul totale del comparto food. La categoria registra leggeri trend positivi rispetto al 2014 a livello di valore (+0,6% alla produzione, +1,2% al consumo) a fronte di una sostanziale stabilità come produzione certificata (-0,1%). L’export, che copre una quota del 17,1% della produzione, mostra risultati eccellenti: con 498 milioni di euro, le esportazioni balzano del +18,9% rispetto al 2014, che già aveva mostrato risultati in crescita, e rappresentano il 16% del totale delle esportazioni del comparto food. Prosciutto di Parma Dop, Mortadella Bologna Igp, Prosciutto di San Daniele Dop e Bresaola della Valtellina Igp rappresentano oltre l’80% della categoria in volume e per valore alla produzione. Fra le produzioni maggiori le variazioni più consistenti si registrano per la Mortadella Bologna Igp (+14,4% valore, +3,4% volume), Speck Alto Adige Igp (+8,5% valore, +7,3% volume) e Cotechino Modena Igp (+16,0% valore, -0,6% volume). Le esportazioni hanno aumenti rilevanti, per la maggior parte delle principali denominazioni, con incrementi percentuali spesso in doppia cifra, talvolta perfino in tripla. Passando agli ortofrutticoli, sono la categoria leader delle Dop e Igp in termini di volume, e la terza per valore alla produzione, con 425 milioni di euro, per un’incidenza del 7% sul totale del comparto food. Il 2015 è stato un anno solo parzialmente positivo per la categoria, che ha registrato un lieve incremento delle produzioni certificate (+0,4% rispetto al 2014), ma una battuta d’arresto in termini di valore della produzione (-11,1%). Si evidenzia poi il ruolo di assoluto rilievo che ricoprono le esportazioni, che rappresentano il 41% della produzione certificata complessiva del settore e circa il 7% dell’export del comparto food. I risultati della categoria dipendono soprattutto dai trend della Mela Alto Adige Igp e della Mela Val di Non Dop che rappresentano da sole l’83% della produzione certificata e il 73% del valore alla produzione. Ciò vale anche per l’export, il cui valore è determinato per il 93% dai due prodotti, che tuttavia nell’ultimo anno hanno registrato trend negativi (-18,4% Mela Alto Adige Igp, -14,0% Mela Val di Non Dop). Tra le altre denominazioni della categoria, si rilevano in termini relativi crescite in valore consistenti per la Cipolla Rossa di Tropea Calabria Igp (+21,5%) e la Nocciola del Piemonte Igp (+50,3%). Pur registrando nel 2015 trend flessivi per alcune variabili, gli Aceti balsamici mantengono un ruolo di rilievo nel mondo delle Dop e Igp italiane, con un valore della produzione di 377 milioni di euro per un’incidenza del 6% sul totale del comparto food certificato. In particolare, gli Aceti balsamici registrano flessioni in termini di quantità prodotta, che quindi si è attestata a 93 milioni di litri (-4,6% rispetto al 2014), cui è corrisposto un analogo calo in valore (-4,2%). D’altra parte, sono positivi i risultati in termini di valore al consumo (+37,1%) e soprattutto per l’export, che assorbe la gran parte della produzione nazionale (80%), e nel 2015 ha seguito una dinamica assolutamente positiva. Con 752 milioni di euro le vendite all’estero sono cresciute del +73,8% su base annua, arrivano ad esprimere il 24% del totale delle esportazioni del comparto food Dop e Igp, contro una quota del 16% rilevata nel 2014. È l’Aceto Balsamico di Modena Igp a guidare il comparto, rappresentando circa il 99% dei volumi certificati, dei valori alla produzione e dell’export. Per quanto riguarda gli oli di oliva Dop e Igp italiani, mostrano nel 2015 un valore alla produzione di 71 milioni di euro per un’incidenza del 1,1% sul totale del comparto food. La numerosa e capillare presenza di riconoscimenti (42 Dop e 3 Igp) in tutte le aree a vocazione olivicola non basta a far esprimere al comparto tutta la sua potenzialità, limitando a poco più del 2% i volumi certificati rispetto al totale prodotto nazionale. Nel 2015, comunque, la categoria ha recuperato rispetto ai risultati della difficile annata precedente, con una quantità certificata superiore alle 10mila tonnellate (+4,8% sul 2014). Nello stesso anno i prezzi degli oli Dop, soprattutto pugliesi, sono arrivati a livelli record, e questo ha fatto salire il valore alla produzione a 71 milioni di euro per un +26,8% rispetto al 2014. Il settore degli oli Dop e Igp risulta fortemente concentrato: i primi tre prodotti per valore alla produzione – rispettivamente Terre di Bari Dop, Toscano Igp e Val di Mazara Dop – rappresentano oltre il 62% del totale, mentre considerando il valore dell’export la quota complessiva delle tre Ig sale ad oltre l’84% del prodotto certificato. Poi, le carni fresche: sono una categoria formata da cinque denominazioni (4 Igp e 1 Dop) che raggiunge un valore alla produzione complessivo di oltre 87 milioni di euro, per un’incidenza del 1,4% sul totale del comparto food. Rispetto al 2014, il valore complessivo di tale categoria registra una crescita del +9,0%, spiegata dal rialzo delle quotazioni all’origine, a fronte di un calo del -3,1% delle quantità certificate. Al consumo, il valore delle carni fresche certificate cresce di quasi tre punti percentuali, grazie ai riscontri di mercato particolarmente positivi dell’Agnello di Sardegna Igp e dell’Abbacchio Romano Igp. Le vendite estere di carni fresche certificate rappresentano ancora una nicchia molto piccola (meno dell’1% del food Dop e Igp esportato), interessando tra l’altro il solo segmento ovino. Ciononostante, nel 2015 l’export della categoria ha registrato una crescita del +6,8% in valore e del +9,8% in quantità. Il patrimonio agroalimentare certificato italiano comprende ulteriori filiere produttive su tutto il territorio nazionale: dai prodotti della panetteria e pasticceria, alle paste alimentari, dalle spezie (zafferani) agli altri prodotti di origine animale, dai pesci e molluschi fino alle specialità tradizionali garantite (Stg). Un paniere estremamente variegato in cui trovano spazio prodotti della tradizione enogastronomica italiana per una produzione certificata il cui valore all’origine si attesta intorno ai 12 milioni di euro complessivi per un’incidenza dello 0,2% sul totale del comparto food. I risultati migliori in termini di trend si registrano per lo Zafferano dell’Aquila Dop (più che decuplicato in un anno, raggiunge 1,7 milioni di euro), per la Pasta di Gragnano Igp (superate le 26mila tonnellate di prodotto certificato nel 2015), per la Piadina Romagnola Igp (oltre 9.700 tonnellate certificate per un +41% sul 2014), per il Pane Casareccio di Genzano Igp, il Panforte di Siena Igp e i Ricciarelli di Siena Igp.

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