“Siamo molto orgogliosi di regalare alla citta’ di Milano un bellissimo giardino“: cosi’ il presidente di Starbucks EMEA, Martin Brok, presentava il 23 gennaio scorso il progetto delle palme in piazza Duomo. A circa un mese di distanza quel giardino di cui parla Brok ha subito l’atto vandalico di venire bruciato, anche se l’ obiettivo del progetto resta intatto: la catena americana, che ha punti vendita in tutto il mondo, punta ad aprire in Italia cominciando proprio da Milano e da Roma. Inizialmente sono cinque le location individuate per Starbucks dal gruppo Percassi, che cura l’arrivo in Italia del colosso americano. Le prime aperture sono previste per il mese di giugno del 2018. Il gruppo punta inizialmente a quattro-cinque punti vendita. A Milano individuato, tra gli altri, il Palazzo delle Poste nella centralissima piazza Cordusio, che e’ una delle possibili location. Se poi il mercato rispondera’ bene, l’obiettivo della catena di caffetterie e’ di aprire dai duecento ai trecento punti vendita in tutta Italia. Il primo negozio Starbucks risale a 30 marzo 1971 a Seattle. Ma la svolta arrivo’ nel 1983 da un’idea dello storico a.d., Howard Schultz, vero fondatore della catena. Proprio a Milano Schultz sviluppo’ il progetto di portare in America il sapore della caffetteria italiana, ricorrendo alle migliori miscele al mondo. Il direttore finanziario della societa’, Scott Maw, ha dichiarato che il terzo trimestre 2016 e’ stato il piu’ redditizio da quando la societa’ e’ quotata. L’utile netto e’ salito del 23% a 801 milioni di dollari, in aumento rispetto ai 652,5 milioni del quarto trimestre del 2015. I ricavi sono stati pari a 5,71 miliardi di dollari. Nell’esercizio 2014-2015 il gruppo aveva chiuso con ricavi consolidati pari a 19,16 miliardi di dollari, in crescita del 17% rispetto all’anno precedente. Tra i nuovi mercati, Starbucks ha aperto a Panama e in Azerbaijan. L’area di maggior crescita e’ stata l’Asia Pacifico, seguita dalle Americhe mentre l’Emea (Europa, Medio Oriente e Africa) con un incremento dei ricavi del 4% e’ stata quella piu’ “fredda”. E’ per questo che Starbucks punta a entrare sul mercato italiano.