Gli ossiuri (Enterobius vermicularis), noti come “vermi dei bambini”, sono parassiti bianchi e sottili, responsabili dell’ossiuriasi. I vermi sono ampiamente presenti nell’ambiente, dove vengono generalmente dispersi o da animali domestici, come cani e gatti, o da persone infette. Ma come ci si infetta? Il contagio degli ossiuri si verifica principalmente per la scarsa igiene. Le uova sono trasferite dall’ano di una persona infetta alla bocca (re-infettare sé stessi) o ad un’altra superficie. Se un altro tocca la superficie contaminata e poi tocca la bocca, si possono ingerire le uova. Un ossiuro può deporre migliaia di uova microscopiche. Le uova possono essere trasferite dall’ano della persona a:lenzuola del letto; tappeti, mani; asciugamani, biancheria intima e vestiti.
Durante la deposizione delle uova, la femmina di ossiuro rilascia un muco pruriginoso che provoca la voglia di grattare la zona interessata (ano/vagina). Se si graffia la pelle interno all’ano, le uova si trasferiscono alle mani del paziente. Dalle mani, le uova possono essere trasferite a tutto ciò che si tocca, ad esempio: utensili del bagno (spazzolino da denti, pettini, ecc.); direttamente alle mani di altre persone (se le mani di una persona infetta toccano le mani di un altro); mobili; superfici della cucina e del bagno; utensili da cucina; giocattoli; bocca, le uova possono sopravvivere fino a tre settimane sulle superfici. Se si toccano e poi la mano entra in contatto con la bocca della persona c’è il rischio di ingestione delle uova.
Le uova microscopiche si possono disperdere nell’aria, possono essere respirate e poi ingoiate (es. se si agita un asciugamano o un lenzuolo), scarsa igiene. Di solito, i bambini sono a stretto contatto tra loro, condividono i giocattoli e si tengono le mani quando giocano. In questo modo è più facile la re-infezione. Tra i sintomi: prurito intenso intorno all’ano o alla vagina. Meno comunemente si avvertono mal di stomaco, perdita d’appetito, irritabilità, irrequietezza e insonnia. Per effettuare la diagnosi si ricorre a un test molto semplice, chiamato scotch test, che prevede proprio l’utilizzo di un pezzetto di nastro adesivo. Oltre allo scotch, bisogna procurarsi 3/4 vetrini da microscopio: si possono acquistare in farmacia o chiedere a un laboratorio di analisi mediche. Le procedura è molto semplice: al mattino, appena il bambino è sveglio e prima di lavargli il sedere, si applica sull’ano un pezzetto di scotch di 5-6 cm, lasciandolo in sede per circa 5 minuti. Poi si incolla lo scotch su un vetrino, facendolo aderire bene.
Il procedimento va ripetuto per tre mattine, conservando i vetrini a temperatura ambiente. Alla fine, si portano i vetrini in un laboratorio di analisi mediche: una semplice osservazione al microscopio permetterà di verificare se sono presenti uova oppure no. La cura è semplice ma non è detto che si riesca ad eliminare gli ossiuri in maniera definitiva. Esistono farmaci che vanno somministrati in dose unica e ripetuti dopo 2 settimane; seppur controindicati nel bimbo sotto l’anno di età. La cura da sola non è sufficiente. E’ importante infatti impedire l’auto-reinfestazione, spazzolando con acqua e sapone le manine del bimbo e cambiando la biancheria intima, le lenzuola e gli asciugamani. le Le uova possono sopravvivere negli oggetti: in caso di recidive frequenti, può essere necessario lavare i giocattoli o sostituire temporaneamente quelli che il bimbo usa più spesso con altri, nell’attesa che le uova muoiano. Spesso altri familiari possono essere colpiti dagli ossiuri: nel dubbio si può effettuare lo scotch test o, se il medico lo ritiene opportuno, procedere direttamente alla somministrazione del farmaco a tutti i conviventi. Altre misure, come abituare il bambino a lavarsi regolarmente le manine e non metterle in bocca, sono naturalmente utili per sè e per gli altri.