Regno Unito: la Bank of England non ritirerà le banconote con grasso animale

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Nonostante le proteste di animalisti e vegani, la Bank of England manterrà in circolazione le nuove banconote in plastica da 5 sterline contenenti tracce di prodotti animali, oltre a introdurre come da programma in settembre quelle da 10 sterline fabbricate attraverso lo stesso procedimento. A renderlo noto è la stessa banca centrale britannica, che ha diffuso una nota per aggiornare i consumatori riguardo agli ultimi sviluppi della vicenda, scoppiata lo scorso novembre, sottolineando che il costo di un ripensamento a questo punto supererebbe i 70 milioni di sterline (82 milioni di euro). Pur “riconoscendo le preoccupazioni legate alla scoperta di tracce di sego” utilizzate nella produzione delle banconote e pur “continuando a lavorare a stretto contatto con i fornitori per determinare quali alternative potrebbero essere disponibili” la BoE andrà quindi avanti per la sua strada. Tre le considerazioni alla base della decisione, secondo quanto riportato sul sito dell’istituzione stessa: “produrre banconote è complicato”, “la Banca non può garantire una scorta sufficiente di banconote di carta per rimpiazzare quelle in plastica distrutte” e “ritardare la distribuzione delle 10 sterline vorrebbe dire postporre anche i benefici dati della maggiore resilienza alla contraffazione della plastica”.Visto l’interesse pubblico e la complessità del tema, la Banca ha comunque segnalato di essere alla ricerca di altre opinioni in merito all’utilizzo di prodotti di derivazione animale e alla possibilità che ci siano alternative a base vegetale. Considerazioni che verranno esaminate prima che venga presa qualsiasi decisione sulla futura produzione di banconote da 5 e 10 sterline o sull’avvio di quella delle nuove banconote da 20, prevista per il 2020. La BoE lancerà inoltre una consultazione il prossimo 30 marzo, per comprendere meglio l’opinione pubblica, con l’obiettivo di fornire risposte la prossima estate. Anche nel nuovo comunicato la banca centrale ha sottolineato di “non essere stata a conoscenza della presenza di prodotti di derivazione animale” al momento della firma del contratto per la fornitura dei tagli da 5 e 10 sterline.

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