Gocce di luce per diagnosi più veloci e precise. Un team di ricercatori del Dipartimento di Fisica della Sapienza e del Center for Life Nano Science dell’Istituto italiano di tecnologia (Iit) ha sviluppato nuovi fasci di luce – battezzati ‘light droplets’ – in grado di mantenere una risoluzione ottimale all’interno di tessuti biologici e quindi di permetterne un’analisi migliore. La scoperta, pubblicata su ‘Scientific Reports’ (gruppo Nature), potrebbe aprire nuove porte nella diagnostica biomedica grazie alla possibilità di sondare le parti più profonde del corpo umano, consentendo diagnosi primordiali di malattie come il cancro. “Attualmente un normale sistema di microscopia riesce a fare un imaging ad alta risoluzione spaziale solo fino a qualche centinaia di micron in profondità – spiega Giuseppe Antonacci, ricercatore dell’Iit e coordinatore dello studio – Con i ‘droplets’ ci sarà la possibilità di osservare regioni all’interno del campione anche a fino a qualche millimetro in profondità, mantenendo la stessa risoluzione data dalle normali tecniche di imaging”. La scoperta è stata realizzata attraverso l’utilizzo di Spatial Light Modulators (Slm), particolari display a cristalli liquidi nematici che modulano fase e ampiezza della luce che li colpisce, favorendo quindi l’osservazione al microscopio ottico delle immagini con una profondità di campo senza precedenti. “Questi modulatori permettono di creare fasci luminosi con strutture impensabili in passato – sottolinea Giuseppe Di Domenico, del Dipartimento di Fisica della Sapienza – Abbiamo appena iniziato a esplorarne le possibilità e siamo molto ottimisti”. I ricercatori sono riusciti a confrontare la situazione ottenuta con un normale fascio di luce (fascio Gaussiano) focalizzato da una lente, con quella ottenuta tramite la generazione di fasci droplets, rilevati fino a qualche millimetro in profondità rispetto al normale fascio Gaussiano.
Ricerca: “gocce di luce” per diagnosi più rapide e precise, la scoperta italiana
