Salute: almeno una persona con diabete in ogni famiglia

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Sono oltre 4 milioni gli italiani affetti da diabete, e l’incidenza di questa malattia colpisce almeno una persona in ogni famiglia. Per analizzare questo fenomeno e fare il punto sugli ultimi studi in materia, numerosi esperti nazionali si riuniranno il 10 e 11 febbraio a Bologna in occasione del 2nd Ame Diabetes Update 2017, la cui segreteria scientifica è stata curata da Giorgio Borretta, Olga Eugenia Disoteo, Edoardo Guastamacchia e Silvio Settembrini. “L’incontro è focalizzato sulla complicanza cardiovascolare – spiega Giorgio Borretta, responsabile gruppo diabete e metabolismo Ame, Associazione medici endocrinologi – che rappresenta la principale causa di morte del paziente diabetico, ma anche la causa di rilevanti cronicità, che impegnano pesantemente le strutture assistenziali ed è proprio su questo aspetto che la ricerca sta facendo passi avanti con lo sviluppo di nuovi farmaci”. Uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine, “ha valutato l’empagliflozin, farmaco per la terapia del diabete di tipo 2, che ha mostrato una riduzione del 38% del rischio di morte per cause cardiovascolari e del 32% del rischio di morte per tutte le cause. Mentre lo studio Leader condotto su persone con diabete di tipo 2 ad alto rischio di eventi cardiovascolari maggiori – prosegue – ha dimostrato che l’analogo del Glp-1 liraglutide, somministrato in aggiunta alla terapia standard, non si limita ad agire sulla riduzione della glicemia e sulla perdita di peso, ma riduce del 22% il rischio di morte per cause cardiovascolari e del 12% il rischio di infarto miocardico e ictus non fatali”, conclude Borretta. Il diabete è tra noi – ricorda in una nota Ame – e comporta costi che ricadono soprattutto sul paziente e sulla sua famiglia, con giorni di assenza dal lavoro, necessità di esami in ospedale, ricoveri e accessi in Ps ma anche rinunce a tradizionali momenti di convivialità per curare, rallentare o prevenire la patologia. L’incremento nella prescrizione dei farmaci registrato negli ultimi anni, se da un lato sta a significare maggiore attenzione alla diagnosi e al precoce trattamento, dall’altro indica che, con i ritmi di crescita attuali, si prevedono in Italia 5 milioni di persone affette da diabete tipo 2 entro il 2020. E’ questo il punto – conclude Ame – la prevenzione per mantenere le persone sane e per riportare le persone che non presentano un diabete conclamato, ma sono a rischio, a contrastare ed allontanare la malattia. Per chi ha già una diagnosi, è fondamentale instaurare terapie adeguate per ritardare o addirittura impedire l’insorgenza delle cronicità, causa di riduzione della qualità della vita, ma anche incremento esponenziale dei costi diretti e indiretti del diabete.

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