Neanche il terremoto è riuscito a radere al suolo il loro amore. “Questo è il terzo che ci butta fuori di casa, dopo quelli del 1971 e del 1979, ma non ci sono dubbi che la scossa del 30 ottobre scorso e’ stata la piu’ spaventosa. Pero’ non ci arrendiamo e malgrado la nostra eta’, faremo di tutto per tornare nella nostra casa di Norcia“: a raccontare la loro storia di sfollati e di amore nel giorno di San Valentino sono Ippolito Chiaverini e Diana Gentili, giunti al loro 53° anni di matrimonio. “Ci siamo conosciuti nel 1960, io arrivavo da Roccaraso in provincia de L’Aquila“, racconta all’ANSA Ippolito, 80 anni da compiere ad agosto, che ripercorre la loro lunga storia fatta di terremoti e case da ricostruire. “Nel 1971 eravamo in un appartamento in affitto – ricorda – e fu lesionato al punto che fummo costretti ad andare a vivere per un po’ di tempo nelle tende con le nostre due figlie“.
Ma assieme a Diana trova la forza di ricominciare e di acquistare quella casa. Arriva poi il ’79 e Norcia viene pesantemente ancora colpita. “Anche se il nostro alloggio non fu molto danneggiato – ricorda –, per l’ennesima volta fummo costretti a dormire per un periodo di nuovo in tenda“. Ancora una ricostruzione e la speranza di non dover mai più vivere una cosa del genere. “Invece, adesso che siamo anziani – dice la coppia – ci ritroviamo in albergo a Spoleto e con la nostra casa distrutta“. Quelli del terremoto, racconta Ippolito, “sono stati attimi bruttissimi“, paragonabili solo a quando da bambino aveva visto esplodere la sua casa durante la seconda guerra mondiale per mano dei tedeschi. “Anche allora venni sfollato con la mia famiglia, ci mandarono a Sulmona“, racconta. E il consiglio per le giovani coppie che hanno perso tutto con il terremoto è una vera e propria lezione di vita: “se vi amate e rispettate davvero non abbiate paura, fatevi forza l’uno con l’altra e tornerete ad essere felici“.