Tante le leggende legate a San Valentino. Tra le più famose, quella della rosa della riconciliazione. Si narra che un giorno il Santo ascoltò due giovani fidanzati discutere, andando loro incontro con il volto sereno e sorridente, tenendo in mano per loro una rosa che ebbe il magico potere di calmare i due innamorati in lite. I due tornarono da lui per ricevere la benedizione per il matrimonio, proprio come aveva desiderato il Santo Vescovo. Molti vennero a conoscenza dell’accaduto, invocando la sua benedizione sulle famiglie appena nate. Un’altra leggenda dice che San Valentino permetteva a tutti i bimbi di giocare liberamente nel giardino che egli coltivava con tanto amore, affacciandosi ogni tanto dalla sua cappella per sorvegliarli.
Ogni sera scendeva in giardino, accolto dalla vivacità di quei bimbi e li benediceva tutti, dando a ciascuno un fiore da portare alla loro mamma, assicurandosi che tornassero presto a casa, mostrando amore e rispetto per i loro genitori. Si narra anche che un giovane centurione romano, Sabino, era follemente innamorato di una bella ragazza, Serapia, chiedendola in sposa. I genitori della fanciulla, dato che Sabino era pagano e loro cristiani, non erano favorevoli al matrimonio. Serapia, allora, suggerì al suo amato di andare dal loro Vescovo per ricevere il battesimo; cosa che egli, per amore, decise di fare. Presto però, scoprì che Serapia era affetta da una grave forma di tisi.
All’arrivo del Vescovo, presso il letto della moribonda, Sabino lo supplicò di non essere separato dalla sua amata. Valentino, allora, alzò le mani verso di loro e quei due cuori furono uniti per sempre da un dolce sonno.Si narra anche che Valentino possedeva un grande giardino che nelle ore libere dall’apostolato coltivava con le proprie mani. Egli era veramente buono e permetteva ai bambini di andare a giocare lì, regalando loro un fiore da portare a casa la sera. Quando Valentino fu condannano dal re al carcere a vita, i bimbi, sentivano molto la sua mancanza ed il Santo, dal suo canto, pensava che loro non avrebbero più avuto un luogo sicuro in cui giocare.
Fu allora che il Signore fece fuggire dalla gabbia del custode 2 dei piccioni viaggiatori che, guidati da un misterioso istinto, ritrovarono il carcere dove era rinchiuso il Santo. Valentino li riconobbe da dietro le sbarre della sua piccola finestra del carcere, li prese tra le mani, li accarezzò e legò al collo di uno un sacchetto fatto a cuoricino con dentro un biglietto e al collo dell’altro una chiavetta. Quando i piccioni ritornarono, i bimbi e i loro familiari notarono quello che era appeso ai loro colli: la chiavetta era quella del giardino e sul biglietto c’era scritto: “A tutti i bimbi che amo… dal vostro Valentino”.