“La gestione del percorso assistenziale delle persone con epilessia, dalle indagini diagnostiche di routine o più complesse alla prescrizione di uno o più farmaci, dall’eventuale terapia neurochirurgica al supporto psicologico, è articolata e richiede la collaborazione di un team multidisciplinare. In Italia tutte le Regioni dispongono di uno o più Centri per l’epilessia riconosciuti dalla Lega italiana contro l’epilessia che ne garantisce la qualità. In queste strutture un’équipe composta da medici epilettologi, neurochirurghi, neuroradiologi, psicologi e tecnici di neurofisiopatologia si fa carico della complessità gestionale, caso per caso”. La Società italiana di neurologia (Sin), in occasione della Giornata internazionale per l’epilessia che si celebra oggi, sottolinea come questi centri specializzati rappresentino un “perno assistenziale” a garanzia dei pazienti. In Italia l’epilessia colpisce 500 mila persone e ogni anno si registrano 25 mila nuovi casi, ricorda la Sin. Nel mondo si stima che da 5 a 10 persone su mille siano affette dalla patologia che riguarda soprattutto bambini, adolescenti e over 65. “Attualmente – precisano i neurologi – la maggior parte delle forme di epilessia può essere ben curata con farmaci antiepilettici che consentono una soddisfacente qualità della vita in gran parte delle persone che ne sono affette. Solo una minoranza necessita di trattamenti più complessi che possono essere gestiti solo da centri specializzati”. “Va premesso – spiega Umberto Aguglia, coordinatore Gruppo di studio epilessie Sin, professore ordinario di Neurologia all’Università Magna Graecia di Catanzaro e direttore del Centro regionale epilessie presso il Gom Bianchi Melacrino Morelli Reggio Calabria – che esistono alcune epilessie dell’età infantile, cosiddette benigne o autolimitantesi, per le quali la terapia può essere evitata e la guarigione avviene spontaneamente, con la maturazione cerebrale. In tutti gli altri casi è necessario un trattamento personalizzato, rispondente alle diverse esigenze mediche, sociali e occupazionali della persona con epilessia”. “Ad oggi – aggiunge Aguglia – con oltre 20 tipologie di farmaci antiepilettici, oltre la metà dei soggetti ottiene un ottimo controllo delle crisi con un singolo farmaco; mentre in quei casi più complessi di epilessia cosiddetta farmacoresistente, può essere indicata la terapia neurochirurgica”.
Sanità, SIN: i centri per l’epilessia un perno assistenziale
