Sostenibilità, OXFAM: 1 persona su 9 nel mondo soffre la fame

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Ancora oggi una persona su nove nel mondo soffre la fame. Sono 795 milioni di persone, donne per la maggior parte, che non possiamo abbandonare. Paradossalmente, il 98% di chi fa ancora i conti con una carenza di cibo vive di agricoltura e allevamento nei paesi in via di sviluppo, soprattutto in Africa dove a trovarsi in questa condizione sono 184 milioni di persone (1 su 4). A lanciare l’allarme è Oxfam che denuncia anche i crescenti livelli di disuguaglianza lungo le filiere di produzione, che finiscono per schiacciare i piccoli produttori alimentari. Per questo motivo Oxfam interviene con progetti di sviluppo per tutelare i diritti dei piccoli agricoltori, rafforzare i loro modelli di produzione e promuovere maggiori benefici a favore delle comunità locali. Fare tutto questo nelle regioni dell’Africa sub-sahariana dove il 70% della popolazione dipende dall’agricoltura per la propria sopravvivenza, significa dare un futuro a milioni di persone altrimenti spesso costrette a lasciare il proprio paese. Basti pensare che in quest’area del pianeta, in termini di riduzione della povertà, la crescita dell’agricoltura ha un impatto sulle economie dei singoli paesi, 11 volte superiore a quella di qualsiasi altro settore. Per loro e per sostenere le loro comunità Oxfam lancia la Campagna di raccolta fondi ‘Sfida la fame’, grazie alla quale dal 24 febbraio al 31 marzo sarà possibile donare un aiuto (di 2, 5 o 10 euro) con un sms solidale o chiamata da telefono fisso al 45528. Con questa campagna, spiega Maurizia Iachino, presidente di Oxfam Italia, “sosterremo le comunità agricole in Senegal e Sudan, paesi africani in cui le donne non hanno ancora accesso al credito e alla terra. Colmare il divario tra uomini e donne, in termini di opportunità e diritti, è cruciale, avrebbe una diretta influenza sulla povertà, salvando dalla fame fino a 150 milioni di persone nel mondo”. Oxfam Italia utilizzerà i fondi raccolti dalla campagna ‘Sfido la fame’ per sostenere circa 13 mila persone, per la maggior parte donne, attraverso progetti di cooperazione finalizzati a migliorare la produzione di cibo, l’accesso alle risorse e al credito, rafforzandone la capacità di creare e commercializzare prodotti agricoli e artigianali in Sudan e Senegal. I fondi serviranno anche a finanziare i programmi di accoglienza e integrazione in Italia di migranti, donne e bambini in particolare, che fuggono da fame e povertà.

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