Terremoto Umbria, sindacati: siamo ancora in fase di emergenza

MeteoWeb

“A quattro mesi dal terremoto di ottobre, possiamo dire di essere ancora nella fase dell’emergenza”. Parte da questa considerazione preoccupata l’analisi di Cgil, Cisl e Uil dell’Umbria che oggi, 13 febbraio, hanno chiamato a raccolta istituzioni, associazioni datoriali e cittadinanza a Spoleto, per fare il punto sulla situazione delle aree colpite dai terremoti del 2016 e avanzare proposte per delineare una strategia condivisa di rilancio territoriale. I tre sindacati umbri hanno presentato alla presidente della Regione, Catiuscia Marini, e al commissario straordinario per la ricostruzione, Vasco Errani, il punto di vista del mondo del lavoro, che rivendica un ruolo centrale nella ricostruzione, “che non è solo quella degli edifici, ma è prima di tutto sociale ed occupazionale”. Nella relazione unitaria Cgil, Cisl e Uil sono partite dalle criticità e dai ritardi, sottolineando come la ricostruzione sembri ancora “ben lontana dall’iniziare”, con molti cittadini che “si sono affidati all’iniziativa autonoma” e “la consegna dei containers collettivi che è rallentata”, tanto che “dei dodici previsti per Norcia e Cascia ne sono stati consegnati meno della metà”. Per non parlare della viabilità, “che ha mostrato tutta la sua fragilità, e rischia di penalizzare ulteriormente tutta la zona del cratere, per il prossimo futuro”. Altro aspetto preoccupante, secondo Cgil, Cisl e Uil, è quello dello spopolamento, “fenomeno testimoniato anche dai dati sulla frequenza scolastica, in netto calo rispetto all’anno precedente”. Anche da un punto di vista economico le preoccupazioni dei tre sindacati umbri sono forti: praticamente tutti i settori sono stati interessati, dall’agroalimentare al turismo, dal pubblico impiego al sistema del credito e via dicendo. Da qui l’appello rivolto al sistema imprenditoriale, presente all’iniziativa di Spoleto con le principali associazioni datoriali umbre: “Se imprenditori sono disponibili a ricostruire muri, che si faccia anche lo sforzo di ricostruire lavoro nelle aree del sisma”. Importante, secondo Cgil, Cisl e Uil, anche fare tesoro dell’esperienza del sisma del 1997. In particolare alcuni aspetti specifici: il Durc con congruità (documento unico di regolarità contributiva), che ha permesso una ricostruzione senza morti sul lavoro e limitato fortemente le infiltrazioni del malaffare, oltre ad una spesa finale inferiore a quella preventivata. “Dopo il ’97 -hanno ricordato i sindacati- oltre 16mila cantieri aperti hanno permesso di far rientrare nelle loro case oltre 22mila persone che erano rimaste senza tetto; ovviamente il sistema economico e sociale odierno è ben diverso da quello di allora e questo ci costringe a contestualizzare con attenzione gli strumenti per la ricostruzione”. Di qui la richiesta rivolta in particolare al commissario Errani: “Chiediamo urgentemente tavoli territoriali specifici, anche di settore, perché non è possibile che la gestione resti in capo alle sole istituzioni centrali”. Insomma, per Cgil, Cisl e Uil la via di uscita “deve essere necessariamente quella di ridare voce a livello locale”.

Condividi