Tumori: nuova tecnica “sblocca-intestino”, prima europea a Palermo

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Debutta a Palermo una tecnica innovativa che promette di rivoluzionare il trattamento dei pazienti con tumori avanzati che causano un blocco gastrointestinale. All’Ismett, l’Istituto mediterraneo per i trapianti e le terapie ad alta specializzazione, è stata effettuata con successo su un paziente con ostruzione neoplastica duodenale la prima gastro-entero-anastomosi per via endoscopica. La metodica, “sperimentata negli Stati Uniti, è stata eseguita per la prima volta in Europa – riferiscono dall’Ismett – dopo alcune modifiche tecniche che la rendono più sicura ed efficace”. Questo tipo di intervento, spiegano gli esperti siciliani, in genere viene eseguito chirurgicamente per via laparoscopica. Il rischio di complicanze è però molto alto (20%) e i tempi di degenza post-operatori restano molto lunghi (più di 20 giorni di ricovero). La possibilità di effettuare la procedura sotto guida ecoendoscopica, invece, “cambia totalmente lo scenario clinico in questi pazienti con tumori avanzati non operabili determinanti ostruzione gastro-duodenale”. Il paziente operato all’Ismett ha potuto lasciare l’ospedale dopo appena 4 giorni dall’intervento; subito dopo il risveglio dall’anestesia è stato in grado di muoversi, e già dopo 48 ore è tornato ad alimentarsi “senza alcun problema”. La nuova tecnica consiste nell’ancoraggio diretto, sotto guida ecoendoscopica e radiologica, dello stomaco all’ansa intestinale a valle dell’ostruzione. L’ancoraggio avviene utilizzando un dispositivo dedicato che permette di posizionare una speciale protesi metallica tra la parete gastrica e quella intestinale, formando appunto un’anastomosi gastro-enterica. Una sorta di ‘ponte’ che bypassa il blocco. “L’impiego di tecniche innovative ecoendoscopiche, in sostituzione della chirurgia, è in linea con quello che è il moderno approccio terapeutico attraverso tecniche mini-invasive alla patologia digestiva”, afferma Ilaria Tarantino, che ha eseguito la procedura insieme a Mario Traina. “Ed è in tale direzione – aggiunge la specialista – che lavora il team dell’Ismett, con lo sviluppo di interventi di ecoendoscopia interventistica che consentono il trattamento di patologie prima di esclusivo appannaggio chirurgico, come le necrosectomie endoscopiche in pazienti con sequele di pancreatiti severe, i drenaggi biliari (coledoco-duodenostomia) nei casi non risolvibili con le tecniche endoscopiche tradizionali, e il drenaggio della colecisti (colecisto-enterostomia) in pazienti con colecistiti acute ma ad elevato rischio operatorio”.

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