L’intenzione del presidente Usa Donald Trump di riformare la Food and Drug Administration (Fda) potrebbe portare a grandi cambiamenti nella politica del farmaco a stelle e strisce, tra cui anche misure per accelerare il processo di approvazione di nuovi medicinali. Ma già si sono sollevate voci critiche: il timore è che la spinta alla deregolamentazione nel settore possa aumentare i rischi per i consumatori. Lo riferisce il ‘New York Times’, in un’analisi. Trump sta vagliando i candidati a guidare l’agenzia che regola la sicurezza di farmaci, dispositivi medici, ma anche alimenti e cosmetici. Tra loro c’è Jim O’Neill, ex funzionario del Dipartimento di Salute e Servizi umani, vicino al miliardario della Silicon Valley – nonché sostenitore di Trump – Peter Thiel. O’Neill avrebbe sostenuto che le aziende non dovrebbero dimostrare che i loro farmaci funzionano negli studi clinici prima di venderli ai consumatori. E anche altri candidati si sarebbero detti a favore di una riduzione degli ostacoli normativi. Se le proposte più significative saranno adottate, e molte richiederebbero un atto del Congresso, “ci sarà una retromarcia rispetto a decenni di politiche per la protezione dei consumatori”, risalenti agli anni ’60. Anni in cui, dopo lo scandalo del talidomide – con gravi difetti neonatali nei figli di donne che avevano assunto il medicinale in gravidanza – fu ripensato il processo di approvazione dei medicinali. Da allora, ricorda il ‘Nyt’, sono state adottate misure che hanno portato la Fda a essere vista come “leader mondiale per la protezione della sicurezza di alimenti e farmaci, un gold standard” spesso seguito dagli altri Paesi. Ora, però, dopo l’incontro dei giorni scorsi di Trump con Big Pharma e il suo richiamo all’importanza di una deregulation del settore, si moltiplicano i timori sul futuro della farmacovigilanza. Intanto il presidente si è detto vicino a nominare una persona “fantastica” alla guida dell’agenzia. Nella rosa dei papabili, oltre a O’Neill, ci sarebbero anche Scott Gottlieb, che in passato ha lavorato alla Fda, e Joseph Gulfo, esperto in biotech e medical device. Il dibattito va avanti. Anche perché la questione sicurezza preoccupa gli stessi produttori. Solo il mese scorso la Fda ha prodotto uno studio su 22 medicinali che apparivano promettenti nei primi studi, finendo per fallire nei trial su più vasta scala.