Avanti tutta! Ma cercando di capire le nuove orbite che l’amministrazione Trump deciderà per le politiche spaziali. È questa l’atmosfera in cui si è tenuta a Washington la ventesima edizione della Commercial Space Transportation Conference che ogni anno raccoglie i membri della Commercial Spaceflight Federation.
Al Ronald Reagan Building – rende noto l’Agenzia Spaziale Italiana – si sono alternati sul podio alcuni tra i più importanti protagonisti dell’industria spaziale e delle agenzie governative e intergovernative che si occupano di volo spaziale. Tra gli interventi più seguiti, quello di Bill Gesternmayer, Associate Administrator for Human Exploration and Operations della NASA, che ha spiegato come il tema della sicurezza del volo umano sia al centro di un sforzo straordinario della NASA, di tutte le agenzie coinvolte e delle industrie. “Ma alla fine – ha aggiunto – è impensabile andare nello spazio senza rischi”.
Gesternmayer ha poi catalizzato l’attenzione nel post conferenza quando ha detto che il costo di un lancio dell’SLS sarà di circa un miliardo di dollari. Lo Space Launch System, il programma che finalmente ridarà agli Stati Uniti la capacità di portare gli astronauti in orbita, è stato progettato per le missioni interplanetarie con la capsula Orion, che vede anche il coinvolgimento dell’ESA con la realizzazione dell’European Service Module.
L’affermazione del rappresentante della NASA è stata seguita dall’endorsement del programma SLS da parte di Alan Stern, Presidente del Board dell’industria della Commercial Spaceflight Federation: “Lo sviluppo del programma NASA SLS porterà molti benefici all’incremento dei voli commerciali”.
Un segnale diplomatico, in un momento in cui tutti guardano alla transizione in NASA aspettando di capire quali saranno le prossime strategie decise dalla Casa Bianca. In passato più di un esponente del settore dei voli commerciali aveva sottolineato che i costi di SLS erano troppo alti, specialmente se confrontati con l’estrema competitività di vettori come il Falcon 9 di SpaceX, il cui prezzo per lancio si aggira sui 90 milioni di dollari.
George Nield, Associate Administrator for Commercial Space Transportation della Federal Aviation Administration (FAA), ha fatto il punto sui voli commerciali sottolineando la necessità di un quadro regolatorio sempre più coordinato a livello internazionale. Questo è stato anche uno degli argomenti affrontati dai rappresentanti dell’ALTEC di Torino, di Virgin Galactic, dell’ENAC e della FAA, nell’ambito del progetto per la realizzazione di uno spazioporto per voli suborbitali in Italia.
Ai margini della conferenza Vincenzo Giorgio, AD di ALTEC ha incontrato il CEO di Virgin Galactic George Whitesides, per fare il punto sui prossimi passi dell’accordo firmato lo scorso anno. Alla conferenza è intervenuto anche l’astronauta Roberto Vittori che ha spiegato ai delegati della Commercial Spaceflight Federation l’impegno e le capacità tecniche e industriali dell’Italia nella nuova frontiera del volo suborbitale commerciale: “Il nostro Paese ha tutte le capacità tecnologiche e logistiche per far partire i voli suborbitali sia per il turismo che per la sperimentazione scientifica”, ha detto Vittori che ha ricordato come l’Italia sia stato il primo paese europeo a cogliere questa grande opportunità.