Il 19 marzo la Chiesa cattolica ricorda San Giuseppe, con una solennità a lui intitolata. I primi a celebrarlo furono i Monaci Benedettini nel 1030, seguiti dai Servi di Maria nel 1324 e dai Francescani nel 1399. Venne infine promossa dagli interventi dei Papi Sisto IV e Pio V e resa obbligatoria nel 1621 da Gregorio VI. I Papi Pio IX e Pio XI, inoltre, consacrarono il mese di marzo a San Giuseppe. San Giuseppe, patrono di falegnami e degli artigiani, protettore dei poveri, nacque forse a Betlemme. Suo padre si chiamava Giacobbe e pare che fosse il terzo di 6 fratelli.Giuseppe, il cui nome, di origine ebraica, significa “Dio aggiunga”, inteso, in senso lato, come “aggiunto in famiglia”, era un falegname che abitava a Nazareth e all’età di circa 30 anni fu convocato dai Sacerdoti del Tempio, con altri scapoli della Tribù di Davide, per prendere moglie.
Giunti al Tempio, i Sacerdoti porsero a ciascuno dei pretendenti un ramo, comunicando che la Vergine Maria di Nazareth avrebbe sposato colui il cui ramo fosse germogliato. Solo il ramo di Giuseppe fiorì e, in tal modo, fu riconosciuto come sposo destinato dal Signore alla Santa Vergine. Maria, a 14 anni, fu data in sposa a Giuseppe; tuttavia continuò a dimorare nella casa di famiglia di Nazareth di Galilea per un anno; tempo richiesto presso gli Ebrei tra lo sposalizio e l’entrata nella casa dello sposo. Fu proprio in questo luogo che ricevette l’Annuncio dell’Angelo e accettò: “Eccomi sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”.
La prima grossa prova che i Vangeli ci tramandano della fede di Giuseppe fu la decisione che egli dovette prendere allorché Maria, che egli “non conosceva” (nel senso che viveva verginalmente con lui, pur essendo sua moglie), gli comunicò l’evento dell’Annunciazione. Giuseppe non dubitò della verità della parola di Maria circa l’origine soprannaturale del concepimento, ma fu turbato dall’enormità del peso che sentì incombere su di sé, per la grande umilità davanti alla possibilità di essere reso partecipe di un evento così unico e sconvolgente. Il dubbio, nascente da un timore reverenziale, venne dissipato dalle parole dell’Angelo che gli apparve in sogno, dicendogli: “Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere Maria come tua sposa perché quello che è generato da lei viene dallo Spirito Santo.
Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù”. Fu da quel momento che Giuseppe si consacrò totalmente al Disegno divino che gli chiedeva di vigilare Maria e il Bambino. Il fedele Giuseppe ubbidisce senza tentennamenti ai comandi di Dio, anche se il significato di quei comandi doveva sembrargli, a volte, oscuro. Giuseppe non vacilla, obbedendo in modo preciso e immediato ma riflettendo, nello stesso tempo, sui fatti, non rinunciando a pensare né a far uso della sua responsabilità. Giuseppe, nell’ordine naturale, è stato il maestro di Gesù, avendo con lui rapporti quotidiani, delicati ed effettuosi, prendendosene dunque cura.