“La questione della disponibilità dell’acqua, risorsa su cui convergono crescenti interessi, non può più essere elusa e va affrontata con serietà a partire, però, da un assunto, che non è solo normativo, ma di buon senso: dopo l’utilizzo per usi umani, viene quello per usi agricoli, cioè alimentari.”
Ad affermarlo con determinazione è Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI), intervenuto a Cologna Veneta, nel veronese, alla cerimonia per l’avvio della stagione dell’irrigazione.
“Nel tempo delle bufale mediatiche non si può accettare il confronto a partire dall’affermazione che l’agricoltura consumi troppa acqua. Innanzitutto non è vero – attacca il Presidente ANBI – Poi, nei campi, la risorsa idrica è usata e non consumata; infine, la percentuale va contestualizzata, calcolandone i benefici sociali ed ambientali arrecati come sta facendo uno studio dell’Università di Padova, che offre un’interpretazione più completa del concetto di impronta idrica. Il sistema dei Consorzi di bonifica – prosegue Vincenzi – è impegnato a presentare, entro fine giugno, i progetti per accedere ai 300 milioni del Piano Irriguo Nazionale; non solo: grazie all’azione di ANBI, le infrastrutture per l’irrigazione sono oggi considerate opere strategiche per il Paese e così il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica ha stanziato ulteriori 295 milioni di euro, interessanti la gestione integrata difesa del suolo-acqua irrigua. L’irrigazione italiana è all’avanguardia a livello internazionale ed in Europa – annuncia il Presidente ANBI – bisogna fare lobby con gli altri Paesi dell’agricoltura mediterranea, perché la sfida non è usare meno acqua, ma ottimizzarne l’utilizzo per ampliare le aree irrigate, giacché ciò significa non solo qualità alimentare, ma anche ambiente, economia ed occupazione.”