Vietare l’estrazione di petrolio nell’Artico e approvare norme che salvaguardino un ecosistema fragile, facendone una zona di cooperazione ‘a bassa tensione’ tra gi Stati. Lo chiede una risoluzione non vincolante votata dall’Europarlamento nella plenaria, a Strasburgo. Il Parlamento sottolinea che i cambiamenti climatici stanno creando nuovi problemi ambientali e di sicurezza, poiché con lo scioglimento della calotta artica si aprono nuove rotte di navigazione e nuove zone di pesca e aumenta la competizione per le sue immense risorse naturali, che si basano su un equilibrio assai delicato. “La regione artica è molto sensibile e vulnerabile. Se distruggiamo quest’area sfruttandone le risorse in maniera non sostenibile, non distruggiamo solo una regione unica, ma acceleriamo anche il cambiamento climatico, riduciamo le nostre possibilità di avere acqua pulita e gli effetti sulla riserva ittica saranno devastanti”, dichiara la corelatrice Sirpa Pietikainen (Ppe, Finlandia). I deputati evidenziano che l’Artico si sta riscaldando a velocità doppia rispetto alla media mondiale e che il mare ghiacciato è diminuito in maniera significativa a partire dal 1981, al punto da essere circa il 40% più piccolo rispetto a 35 anni fa. I quattro milioni di persone che vivono nella regione artica, oltre alla flora e alla fauna, sono le prime a subire le conseguenze negative dell’aumento dell’inquinamento. Per questo motivo i deputati ribadiscono che “il vulnerabile ambiente artico e i diritti fondamentali dei popoli indigeni devono essere rispettati e protetti con salvaguardie più rigorose”. Gli eurodeputati hiedono inoltre di vietare “trivellazioni petrolifere nelle acque ghiacciate artiche dell’Ue e del See (lo Spazio Economico Europeo, che comprende Norvegia e Islanda, ndr)”, come pure l’utilizzo di combustibili fossili che potrebbe accelerare ulteriormente il cambiamento climatico. Inoltre, hanno reiterato la loro richiesta del 2014 di bloccare l’uso di olio combustibile nei trasporti marittimi nel Mar Artico. Se ciò non fosse possibile data la situazione internazionale, la Commissione dovrebbe creare delle norme che proibiscano l’uso e il trasporto di olio combustibile su navi dirette verso i porti dell’Ue. Il corelatore Urmas Paet (Alde, Estonia) sottolinea che “l’importanza geopolitica dell’Artico sta crescendo. Il nostro scopo principale è quello di mantenere la regione come un’area di bassa tensione”. I deputati evidenziano la crescente presenza di forze armate russe nell’Artico (lo Stato che ha, di gran lunga, il maggior numero di rompighiaccio nel mondo, sia a propulsione atomica che a gasolio, ndr), che dal 2015 “hanno fondato almeno sei nuove basi a nord del Circolo Polare Artico, inclusi sei porti in acque profonde e 13 aerodromi”. Inoltre, gli europarlamentari notano il crescente interesse della Cina nell’accesso a nuove rotte commerciali e a nuove risorse energetiche. Sottolineando gli sforzi per mantenere l’Artico una zona a bassa tensione, evidenziano “il ruolo importante del Consiglio Artico” nel “mantenere una cooperazione costruttiva, bassa tensione e stabilità” nella regione. La risoluzione è stata approvata con 483 voti in favore, 100 contrari e 37 astensioni.