Sono tre i punti imprescindibile da includere nel testo del DDL sulle Dichiarazioni Anticipate di Trattamento (Dat), o Biotestamento, che va da oggi all’esame della Camera. La richiesta arriva dai medici favorevoli al DDL, è confluirà in un documento diffuso nell’ambiente medico per una raccolta firme e poi inviato a tutti i parlamentari. Ecco la Carta dei medici per il testamento biologico, divulgata dall’Associazione Coscioni.
1. Mantenere la parte in cui il testo base prevede che – in linea con quanto affermato da tutti i rappresentati delle societa’ scientifiche auditi in Commissione, nonche’ con l’Organizzazione Mondiale della Sanita’ e la letteratura scientifica sul tema – idratazione e nutrizione artificiale siano considerati trattamenti sanitari rifiutabili dal paziente;
2. Mantenere la parte in cui il testo base prevede la natura vincolante – per la struttura sanitaria – delle Disposizioni Anticipate di Trattamento, segnalando in cio’ che l’indicazione della pianificazione “condivisa” delle cure tra medico e paziente non deve rappresentare un limite a tale vincolativita’;
3. Specificare nella proposta di legge in oggetto la possibilita’ per il medico, su richiesta del paziente, di operare una sedazione palliativa profonda continua con sospensione delle terapie, in modo da accompagnare il paziente a morire senza soffrire. “Il medico – si legge nel manifesto – e’ da sempre una delle figure verso le quali le persone nutrono maggiore fiducia. Per garantire il rispetto delle volonta’ del paziente e assicurare che la fiducia nel medico non venga meno proprio nel momento delle scelte di fine vita, la quasi totalita’ delle democrazie liberali ha introdotto regole che garantiscono la possibilita’ per il paziente di effettuare Disposizioni Anticipate di Trattamento vincolanti (cosiddetto “testamento biologico”). In tali Paesi, i medici hanno attivamente concorso ad adeguare la deontologia alle nuove condizioni che, con aumentata frequenza, caratterizzano la fine della vita, cioe’ l’incremento delle morti per malattie degenerative dove le persone attraversano una lunga fase di sofferenze fisiche e psicologiche alle quali il medico non puo’ piu’ porre rimedio”.