Cocktail di terapie intelligenti per ridurre il pericolo di ricadute nelle donne operate al seno per una delle forme di cancro più aggressive, il tumore Her2 positivo. La svizzera Roche, insieme al Breast International Group, al Breast European Adjuvant Study Team e alla fondazione Frontier Science, annuncia i risultati positivi del trial clinico di fase III ‘Aphinity’: “Lo studio ha soddisfatto il suo endpoint primario e ha mostranto che il trattamento adiuvante (dopo l’intervento chirurgico) con l’associazione di pertuzumab, trastuzumab e chemioterapia ha ottenuto una riduzione statisticamente significativa del rischio di ricomparsa della malattia invasiva o di decesso nelle donne con carcinoma mammario in stadio iniziale Her2 positivo, rispetto a trastuzumab più chemioterapia”. “Il profilo di sicurezza del regime con pertuzumab è risultato compatibile con quello osservato in studi precedenti e non sono stati identificati nuovi eventi avversi”, si legge ancora nella nota. I dati completi del trial saranno presentati quest’anno in occasione di un prossimo convegno medico, si precisa. Ma “i risultati positivi dello studio Aphinity – rileva Sandra Horning, Chief Medical Officer e Head of Global Product Development di Roche – si aggiungono al già ampio corpus di dati relativi a pertuzumab nel trattamento delle donne affette da carcinoma mammario in stadio iniziale Her2 positivo. Attendiamo di condividere questi risultati con le autorità regolatorie internazionali”, comprese le agenzie del farmaco americana ed europea, Fda ed Ema. “Lo studio Aphinity – afferma Gunter von Minckwitz, coordinatore del trial per il Breast International Group – conferma quanto importante sia la collaborazione tra l’industria farmaceutica e il mondo accademico per il progresso della cura dei tumori e per le persone affette da questa malattia così complessa”. Il carcinoma mammario Her2 positivo – si ricorda nella nota – è una forma aggressiva di cancro al seno che colpisce circa una persona su 5 affette dal tumore, e se non trattata si associa a una prognosi sfavorevole. Nonostante i progressi ottenuti nel trattamento, ancora oggi una donna su 3 trattate con trastuzumab e chemioterapia potrebbe andare incontro ad una recidiva. Da qui la strategia: “Il trattamento precoce del carcinoma mammario, quindi prima della sua diffusione, potrebbe migliorare le chance di prevenire la ricomparsa della malattia e la sua potenziale evoluzione allo stadio metastatico. La terapia adiuvante viene somministrata dopo l’intervento chirurgico e ha l’obiettivo di eliminare eventuali cellule tumorali residue per ridurre il rischio di ricomparsa del tumore”. L’associazione di pertuzumab, trastuzumab e chemioterapia è approvata come trattamento neoadiuvante (prima dell’intervento chirurgico) per le donne affette da carcinoma mammario in stadio iniziale Her2 positivo in oltre 75 Paesi del mondo, dopo i via libera di Fda ed Ema. Negli Usa il regime con pertuzumab è attualmente disponibile grazie al programma di approvazione accelerata della Fda. Roche si augura “che i dati dell’Aphinity possano convertire l’attuale programma statunitense di approvazione accelerata in un’approvazione completa”.